Frode fiscale, lavoro nero e sottopagato. Titolare alcamese interdetto per un anno

0
164

Oltre cento lavoratori in nero, di cui una ventina che percepiva il reddito di cittadinanza; trenta contratti part-time i cui titolari svolgevano orario a tempo pieno; fatture oggettivamente false e una frode fiscale complessiva di 1.200.000 euro. Per questo la Guardia di Finanza ha sequestrato circa 470.000 euro dal conto corrente della PromoSicilia, società alcamese operante nel settore della pubblicità e del volantinaggio.

Nel corso di una verifica fiscale eseguita dalle fiamme gialle della compagnia di Alcamo, è emerso che l’impresa si è avvalsa, per anni, di manodopera che veniva retribuita con un misero compenso di 3 o 4 euro l’ora. Il personale, inoltre, non ha ricevuto alcun versamento di contributi previdenziali ed assistenziali. La società alcamese, per cercare di nascondere l’utilizzazione della manodopera in nero, ha anche simulato la concessione in appalto dei servizi di volantinaggio ad altre imprese, due con sede in provincia di Trapani e una nel palermitano che sarebbero però servite, attraverso l’emissione di fatture oggettivamente false, pari a circa 1.200.000 euro, a svolgere servizi sulla carta quindi nella realtà mai prestati. In questa maniera la società ha “abbattuto” il proprio reddito mediante la deduzione di costi fittizi derivanti dall’annotazione, in contabilità, delle fatture emesse dalle tre imprese compiacenti. Queste ultime, invece, oltre a non versare l’iva risultante dalle fatture fittiziamente emesse, non avrebbero neanche dichiarato le ulteriori imposte dovute al fisco.

I rappresentanti delle quattro società, l’emittente e le appaltatrici, sono stati denunciati alla procura per aver emesso ed utilizzato fatture per operazioni inesistenti. Inoltre per il titolare alcamese dell’impresa ‘madre’ è scattato il divieto di esercitare attività imprenditoriale per un anno. I diciannove lavoratori in nero che sono risultati essere percettori del reddito di cittadinanza sono stati denunciati all’autorità giudiziaria e segnalati all’INPS per il recupero delle somme indebitamente percepite.