“Febbre del Nilo”, infettati due cavalli di allevamento e un gatto domestico a Marsala

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Sale la preoccupazione a Marsala per il virus West Nile anche se, secondo studiosi e sanitari, la situazione è assolutamente sotto controllo. Dopo il caso dell’anziano di 73 anni, ricoverato lo scorso agosto in gravi condizioni nel riparto di rianimazione del “Sant’Antonio Abate” di Trapani, sono adesso emerse, dalle analisi dell’Istituto zooprofilattico di Palermo, altri due nuovi casi riscontrati stavolta sugli animali ma sempre a Marsala: due cavalli di un allevamento e un gatto domestico risultati infetti in Contrada Cutusio.

I controlli e le dovute analisi, avviate dal servizio veterinario dell’Asp trapanese nei pressi dell’abitazione dell’anziana vittima marsalese, hanno condotto alla scoperta della positività al virus dei tre animali infetti che, quanto prima, dovranno essere isolati e curati in attesa dell’esito delle indagini sulle zanzare catturate nella zona del focolaio. Questo virus, conosciuto anche come “Febbre del Nilo”, appartiene ai volatili selvatici che a loro volta possono trasmetterlo all’uomo tramite la puntura di zanzare. Insomma l’insetto prima punge l’animale infetto e poi l’uomo.

L’infezione, che intacca per lo più le ghiandole salivari e che presenta un periodo di incubazione variabile dai 2 ai 14 giorni, si manifesta soprattutto in maniera asintomatica; negli altri casi può, invece, causare febbre, mal di testa, dolori muscolari e articolari, vomito, diarrea, ingrossamento dei linfonodi ed eruzioni cutanee. Il servizio epidemiologico dell’ASP di Trapani, diretto dal castellammarese Gaspare Canzoneri, ha già attivato tutti gli uffici veterinari della sanità pubblica per controllare animali domestici e di allevamento.