Favoreggiatori di MMD, condanne per oltre due secoli. Anche il partinicese ‘Fardazza’

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Oltre due secoli di carcere per boss, gregari, estortori e favoreggiatori di Matteo Messina Denaro. Il Gup di Palermo ha infatti condannato complessivamente 27 persone. Il processo, istituito dal pm della Dda Piero Padova e celebrato in abbreviato, ha coinvolto i clan mafiosi di Campobello di Mazara, Marsala e Mazara del Vallo. Nessuno degli imputati è stato assolto.  Tra le figure centrali del processo, l’imprenditore campobellese Francesco John Luppino, condannato a 20 anni di reclusione. Secondo le intercettazioni, proprio lui avrebbe avuto la delega da Messina Denaro per nominare i reggenti dei mandamenti e anche per gestire affari e appalti pubblici. Al processo si è costituito parte civile anche l’associazione alcamese antiracket ‘Gaspare Stellino’. Gli arresti erano scaturiti da un blitz eseguito nel settembre 2022 proprio a Campobello di Mazara, il paese in cui Matteo Messina Denaro si era “rifugiato”. Le condanne più pesanti, oltre a quella di Luppino, sono state inflitte al marsalese Francesco Raia, 20 anni; ad Antonio Cuttone di Mazara del Vallo e al campobellese Vincenzo Spezia, 18 anni; Antonio Raia, 12 anni, di Marsala; Marco Buffa, 11 anni e 4 mesi, di Petrosino;  Vito Gaiazzo, mazarese, a 9 anni e 4 mesi; Antonino Pace, 8 anni e 8 mesi, anche questi di Mazara del Vallo; Tiziana Rallo, nuora di Raia e arrestato nell’ambito dell’operazione Hesperia, a 8 anni e 8 mesi. Fra i condannati anche il partinicese Michele Vitale, esponente della storica famiglia mafiosa dei ‘Fardazza’, condannato a sei anni di carcere. Il gup ha inoltre condannato gli imputati a risarcire i danni causati ai comuni Campobello di Mazara e Castelvetrano, all’associazione anti racket Alcamese, all’associazione Codici Sicilia e al centro studi Pio La Torre.