Ex vescovo, processo il 29 marzo. Miccichè mai sospeso dal Vaticano

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Nonostante le accuse pesantissime, anche in procedimenti e inchieste diverse, l’ex vescovo di Trapani Francesco Miccichè, originario di San Giuseppe Jato, non ha mai ricevuto dal Vaticano la sospensione a divinis. A suo tempo, nel maggio 2012, venne rimosso dall’incarico ma mai ha perduto la sua carica di vescovo, attualmente è ancora vescovo emerito di Trapani, quindi le sue funzioni di sacerdote. Fra l’altro il 28 gennaio scorso è stato anche ricevuto, in udienza personale, da papa Francesco a Roma.

I problemi giudiziari di monsignor Miccichè nacquero dopo l’ispezione inviata dalla Santa Sede per verificare la regolarità dell’azione del vescovo in diocesi, in particolare riguardo agli ammanchi regisratisi nei conti di due fondazioni, l’Auxilium e la Campanile. Tutto era partito dopo la denuncia di un ex stretto collaboratore di Miccichè, l’arciprete di Alcamo Ninni Treppiedi, poi sospeso a divinis.

Le indagini della procura ribaltarono poi le cose: il vescovo da parte lesa diventò indagato mentre Treppiedi da accusato diventò parte lesa. Adesso, esattamente lunedì 29 marzo, si avvierà, al tribunale del capoluogo trapanese, la fase dibattimentale del processo che vede imputato l’ex vescovo di Trapani. Miccichè è accusato di peculato per essersi impossessato dei fondi provenienti dall’8 per mille della Conferenza Episcopale Italiana. L’ex capo della diocesi trapanese, all’indomani della rimozione decisa da papa Benedetto sedicesimo aveva parlato di “un complotto nato dentro e fuori la Chiesa”. Le prime indagini gli diedero ragione poi vennero ribaltate le cose.