Donna ‘bluffa’ in ospedale ad Alcamo, strascichi penali. 9 sanitari in quarantena

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Il caso della donna alcamese recatasi in ospedale ad Alcamo senza raccontare di avere subito già un tampone perché a cena, il 22 agosto scorso, nel ristorante La Giummara di Salemi, potrebbe avere strascichi penali. La cinquantatreenne, infatti, recatasi al San Vito e Santo Spirito perché bisognosa di alcune consulenze sanitarie, aveva sottoscritto la certificazione in cui dichiarava di non essere stata in quel ristorante e di non avere avuto contatti con persone già positive.

Non appena però il suo tampone è risultato positivo e messa alle strette, la donna alcamese ha confermato che era stata in quel ristorante e che era anche in isolamento fiduciario in attesa del secondo tampone. La vicenda è stata quindi segnalata alle autorità per un eventuale accusa di reati penali. Per fortuna la donna, assistita prima nel pre-triage, non era entrata in contatto con alcun paziente dell’spedale di Alcamo ma soltanto con personale sanitario.

Per questo il direttore del nosocomio Salvatore Boccellato, di concerto con l’ASP, si è ritrovato a dover mettere a riposo, in quarantena 6 fra infermieri e OSS e ben tre medici. Una leggerezza davvero imperdonabile quella della cinquantatrenne alcamese che sta creando notevoli disagi alla copertura dei turni al san Vito e Santo Spirito. Maturità e attenzioni sono alla base del cretto comportamento per non danneggiare il prossimo già alle prese con questa ancora invincibile pandemia.

Un’altra riflessione va comunque fatta. In un periodo, in cui tutto è digitalizzato, se i dati dell’unità territoriale, quella che effettua i tamponi su indicazione del contact-tracing, fossero messi nella stessa rete di quelli ospedalieri certamente il controllo incrociato avrebbe evitato alla donna di poter dichiarare il falso o comunque di mettere a rischio la salute del personale in servizio all’ospedale alcamese.