Disturbi del comportamento alimentare, a Trapani nasce “la casa dell’amore”

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Sempre più giovani, in Sicilia, ma anche su tutto il territorio nazionale, sono prede di un disturbo invisibile che coinvolge l’alimentazione: il cosiddetto disturbo del comportamento alimentare. Il DCA, così viene chiamato, è un problema che affligge la popolazione giovanile, sempre più incline a seguire le leggi non scritte di influencer, dimenticando che probabilmente ciò che guardano dai propri smartphone non è che il risultato di filtri per apparire migliori. Sul territorio provinciale trapanese, sebbene il problema sia evidente, sono poche le associazioni che prendono in mano la situazione e offrono aiuto, l’associazione “Fiore Daphne”, con sede a Castellammare del Golfo, è tra esse.

A tal proposito, a Trapani, di concerto con il vescovo Pietro Maria Fragnelli, è nato un servizio pastorale per i disturbi del comportamento alimentare. Tale servizio si compone di un gruppo di professionisti del territorio della diocesi, il quale ha deciso di mettersi a disposizione di coloro che stanno attraversando il tunnel di quei disturbi dell’alimentazione che, secondo i dati, sono in netto aumento non solo per gli under 13 anni, bensì anche tra gli over 30. Il tutto, in maniera gratuita. “La casa dell’amore”, questo il nome del servizio, risponde a una linea telefonica dedicata che, in maniera riservata, ascolta, accoglie e valuta il miglior percorso possibile, grazie alla disponibilità completamente gratuita di persone in carne ed ossa: un’équipe multidisciplinare formata da un medico, uno psicologo-psicoterapeuta e un dietista. Basta chiamare al numero 338 1770795.

“La visita pastorale mi offre l’opportunità di constatare da vicino le situazioni di difficoltà, a volte drammatiche, delle famiglie e in particolare dei problemi legati alla crescita e ai disturbi alimentari – ha detto il vescovo di Trapani, Pietro Maria Fragnelli – Ringrazio pertanto i professionisti che si sono resi disponibili per questo  servizio pastorale rivolto a chi soffre di anoressia o bulimia. Il titolo  ‘la casa dell’amore’ vuole evidenziare subito che queste persone, in qualsiasi situazione di vita si trovino,  non sono sole e che tutta la chiesa desidera accompagnarle sui passi della rinascita, certi che per noi – conclude il vescovo – non c’è situazione che non possa essere accolta, non c’è persona che non sia amata con tutte le sue fragilità”.