Dissalatore out, sindaci in protesta

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TRAPANI – La nuova emergenza idrica esplosa nel trapanese, a seguito dell’ennesimo guasto al dissalatore, provoca la pronta reazione dei sindaco dell’ericino, tra quelli colpiti dalla diminuzione della portata idrica. Il sindaco di Erice, Giacomo Tranchida, chiede al Comune di Trapani, attraverso l’intervento autorevole della Regione, di utilizzare la fonte dei pozzi di bresciana sino ad oggi sempre negata dall’ente del capoluogo. “Se avremo un nuovo diniego – afferma Tranchida – sollecito i sindaci del comprensorio, quindi quelli di Paceco e Valderice, a organizzare una protesta clamorosa con l’occupazione del dissalatore”. Lo stop dell’erogazione idrica mette a serio rischio il funzionamento di scuole, carcere e ospedale per quanto riguarda il territorio ericino. Il dissalatore è di nuovo fermo da ieri a causa di un guasto alla condotta-mare. Questa volta l’impianto resterà ko per dieci giorni. Davanti alle ripetute rotture della tubatura Siciliacque, ente che gestisce l’erogazione idrica del dissalatore, ha deciso di attivare la nuova condotta-mare, realizzata nei mesi scorsi ma ancora non entrata in funzione. Da qui la necessità del nuovo fermo. Si va dunque incontro ad un periodo all’insegna della penuria d’acqua, soprattutto nei Comuni completamente dissalatore-dipendenti. Davanti a questa nuova emergenza i sindaci di Buseto Palizzolo, Custonaci, Erice, Favignana, Paceco, San Vito lo Capo e Valderice sono tornati a chiedere di realizzare un by pass con l’acquedotto di Bresciana, gestito dal Comune di Trapani, in modo da permettere il rifornimento del comprensorio, oltre che del capoluogo. Un’ipotesi a cui si è finora opposta l’amministrazione comunale, prima con Fazio e adesso con Damiano, che hanno motivato questa scelta col fatto che l’acqua di Bresciana è appena sufficiente per il capoluogo. Problemi che, anche se con minor impatto, si ripercuoteranno inevitabilmente anche sul territorio alcamese. Infatti la città di Alcamo viene approvvigionata da 10 litri di acqua al secondo provenienti dal dissalatore. Questo ammanco porterà inevitabilmente all’allungamento dei turni di erogazione: dagli attuali 4-5 giorni si arriverà a 6. Da tempo si discute puntualmente delle continue criticità del dissalatore, i cui problemi sono essenzialmente connessi alla rete obsoleta che puntualmente sfocia con il cedimento di parte delle condotte. I lavori di manutenzione periodici e i guasti agli impianti completano un quadro che è diventato insostenibile specie per chi ha come unica fonte di approvvigionamento il dissalatore per l’appunto.