Con l’arrivo della pioggia diventa ancora più urgente ripristinare il funzionamento del depuratore comunale di vallone Nuccio, fermo da una settimana per il furto di circa 300 metri di cavi elettrici in rame, sia quelli sotterranei che quelli della linea aerea. Con la pioggia, infatti, aumenta la quantità residui fognari non lavorati che arrivano direttamente alla foce del torrente Canalotto, quindi nel mare di Alcamo Marina. Il Comune ha subito avviato le procedure per correre ai ripari ed evitare danni ambientali serissimi oltre ai 150.000 euro necessari per acquistare ed installare i cavi elettrici. Una soluzione immediata, però, appare dietro l’angolo ma pare che l’amministrazione Surdi non intenda perseguirla. La riattivazione degli impianti del depuratore tramite gruppo elettrogeno. Ad Alcamo ci sono ditte specializzate, come quella che fa capo all’imprenditore Giuseppe Gugliuzza, in grado di portare in loco immediatamente un gruppo della potenza necessaria, almeno 450 kilowatt. La stesa azienda, fra l’altro, possiede i cavi elettrici che, in questi casi di emergenza, noleggia a chi ne avesse di bisogno. Tale soluzione pare non abbia trovato porte aperte negli uffici comunali competenti e quindi si andrà avanti così, con i reflui fognari che arrivano in mare senza alcuna depurazione, chissà per quanto tempo. Acqua scura, maleodorante e carica di fanghi fognari che scende indisturbata dal torrente Canalotto ed arriva ad Alcamo Marina. D’altro canto non è la prima volta perché nel recente passato, anche a depuratore funzionante e attivo, più volte si sono verificati sversamenti, poi rivelatisi illeciti, con l’azienda che gestiva l’impianto che è finita in tribunale, accusata di reati ambientali. Il furto dei cavi elettrici, con un’azione che per forza di cose sarà durata a lungo, è stato per così dire agevolata dalla mancanza del pur minimo e rudimentale sistema di videosorveglianza. Ma possibile che un sito così importante non abbia alcuna videocamera di controllo? Ad Alcamo sì. Ma questa è un’altra storia.