‘Il mondo collaterale’, una frase pronunciata dall’ex senatore Nino Papania in un’intercettazione dell’operazione ‘Eirene’. Il politico probabilmente avrà spiegato cosa intendesse dire nell’interrogatorio di garanzia, durante il quale ha anche specificato di non conoscere nessuno dei personaggi che lo citano e che vengono riportati nell’ordinanza delle misure di cautelari. Papania avrebbe detto al PM di conoscere soltanto Pasquale Perricone fra tutte le persone coinvolte nelle indagini della polizia. L’informativa degli investigatori, fra l’altro, sarebbe ancora più vaste e alcune posizioni potrebbero essere state stralciate. Secondo l’accusa, però, Nino Pania avrebbe conosciuto bene gli altri indagati e sapeva chi fossero, tanto da evitarli e mandando altri suoi fidati per gli incontri utili alla raccolta dei voti in occasione delle regionali del 2022. Da qui la contestazione del gip sulla sussistenza di una sua piena consapevolezza che i voti Perricone era andati a cercarli a casa di certi mafiosi, a Trapani e ad Alcamo, da Diego Pipitone a Giosuè Di Gregorio fino ad arrivare al nuovo clan alcamese Francesco Coppola. Le indagini si sono anche occupate delle ultime elezioni amministrative a Castellammare del Golfo con il leader del movimento VIA schieratosi al fianco dell’uscente Rizzo, poi non rieletto. L’ex senatore, sempre secondo gli inquirenti, si sarebbe rivolto a Fausto Pennolino, personaggio noto negli ambienti di Cosa Nostra, per far dare “una passata di legnate” a Bongiorno, il consigliere comunale traditore. Tutto scritto nero su bianco nei brogliacci delle intercettazioni. “Ci vado io a parlare con Pennolino -avrebbe detto Nino Papania al suo fidato autista”. Il gip nell’ordinanza, alla luce di queste intercettazioni, conclude indicando l’ex senatore alcamese come pericolosamente spregiudicato nei comportamenti.