La confisca 17 anni fa di quell’appartamento, ad Alcamo Marina, in zona Catena, all’autotrasportatore Mario Lipari, andò alla ribalta delle cronache. L’uomo, finito in un’inchiesta aperta sulla ditta per la quale lavorava, venne poi prosciolto dall’accusa di mafia ben 22 anni fa ma quella palazzina sulla spiaggia di Alcamo Marina, venne definitivamente confiscato e trasferito al patrimonio del comune di Alcamo. Una storia incomprensibile. L’attualità di quell’immobile è comunque ancora incomprensibile. Chi abita ai piani inferiori, infatti, ha dovuto nuovamente chiamare i vigili del fuoco per i calcinacci che pericolosamente si staccano dai balconi e cadono giù. L’appartamento confiscato è stato assegnato al comune di Alcamo già da diversi anni ma il problema, come tanti altri di questa città, sembra non interessi a nessuno. Nemmeno all’opposizione consiliare, se mai ce ne fosse. Chi abita al primo piano e al pianterreno dell’immobile protesta da tempo senza però ottenere alcun risultato.
Ad onor del vero l’ex consigliere comunale Giacomo Sucameli, fra 2020 e 2021 presentò un paio di interrogazioni senza però sortire alcun effetto. L’immobile confiscato e quindi tuttora affidato al comune di Alcamo da tanto tempo si trova in un grave stato di degrado in quanto il prospetto e i balconi, causa la vicinanza del mare, sono in costante rischio di crollo. I vigili del fuoco hanno oramai un appuntamento fisso con gli interventi in quella palazzina per evitare che, per chi abita ai piani inferiori, possa accadere l’irreparabile. Oltre ai pericoli per il rischio di caduta calcinacci si registra uno stato di totale degrado e sporcizia dell’area interessata con animali di ogni genere e rifiuti. Le interrogazioni di Sucameli, ovviamente, rimasero soltanto carta tant’è che sono trascorsi altri tre anni e nulla è cambiato. Anzi la situazione, ovviamente, è anche peggiorata.