‘Delivery della droga’, ventiquattrenne castellammarese ottiene ‘messa alla prova’

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Prima obbligo di dimora, poi arresti domiciliari, quindi carcere e di nuovo obbligo di dimora. Adesso per il 24enne castellammarese di origini romene, Florin Beni Cucu, è stata disposta la revoca della misura. Nell’udienza di ieri del processo ordinario scaturito dall’operazione denominata ‘Delivery della droga’, quella che ha provato a fare luce su un vasto giro di spaccio, a Castellammare del Golfo, nel periodo del lockdown, il giudice ha deciso per Cucu l’ammissione alla messa alla prova in sostituzione di ogni altra misura. Si tratta dell’impegno presso strutture che si occupano di servizi sociali. Il tribunale di Trapani ha accolto quindi la richiesta dell’avvocato Antonino Gucciardo, legale del giovane originario della Romania, fissando una nuova udienza, giovedì della prossima settimana, per individuare la struttura dove impegnare il giovane per la messa alla prova. Florin Beni Cucu è accusato di detenzione e spaccio di stupefacenti. Le indagini dei carabinieri parlano di un solo episodio di cessione.

L’operazione ‘Delivery della droga’, messa a segno dai militari dell’Arma lo scorso mese di marzo, aveva coinvolto decine di persone, quasi tutte castellammaresi. Ventitrè quelle rinviate a giudizio per spaccio e detenzionone di droga durante il lock-down del 2020.  Imputati i castellammaresi Giuseppe e Salvatore Bosco, figli di un noto esponente mafioso detenuto con il 416 bis; Emanuela Di Bartolo, compagna del secondo, e il figlio di quest’ultima Davide Calabrò; Massimo Catanzaro, Pietro D’Aguanno, Ivan Ferro, Dario La Puma, Lorenzo Poma, Giuseppe Di Bona, Florin Beni Cucu di origini romene, Angelo Adragna, Sebastiano Domingo, Alberto Amato, Sebastiano Ferrarello,  Mohamed Merghenì di origini tunisine e Salvatore Stabile. Poi ancora Antonino Furco di Borgetto, Antonino Margagliotti di Partinico, Salvatore Ferrara di Trappeto, e i palermitani Marco Sciabica, Gabriele Piazza e Domenico Bellomonte. L’indagine ha fatto anche luce su un caso di estorsione ai danni di un ex vice-sindaco di Castellammare del Golfo, detenuto adesso a Roma, a Rebibbia, per tutt’altra vicenda.