Debiti fuori bilancio, il Comune di Alcamo dovrà pagare altri 900 mila euro

0
198

Ammonta a quasi 900 mila euro la somma che il Comune di Alcamo dovrà risarcire ai proprietari del terreno espropriato in contrada Canapè dove è sorto l’Istituto professionale agricoltura e ambiente. La sentenza è passata in giudicato ed il pagamento, sotto forma di debito fuori bilancio, è stato approvato ieri sera dal consiglio comunale.

La vicenda risale a quasi 38 anni fa quando il consiglio comunale individuò tale zona, destinata dal Prg, a infrastruttura scolastica per costruire la sede della nuova scuola. L’area sul cucuzzolo di una collinetta. Un’area non adatta a costruire complessi edilizi abitativi che vennero realizzati in zone consone e allora si parlò di una grande speculazione per avere dirottato il nuovo istituto in una zona periferica di difficile accesso. La ditta trapanese che si aggiudicò l’appalto, per quasi 4 miliardi delle vecchie lire spese, tutti i soldi per lo spianamento e per le fondamenta. Dopo alcuni anni la Provincia, presidente Giulia Adamo, comprò l’edificio che venne completato e destinato l’Ipaa.

Debiti fuori bilancio e richieste di indennizzi arrivano a cascata. A maggio il Comune venne condannato a pagare tre milioni di euro quale indennizzo per l’esproprio di terreni dove alla fine degli anni ’70 vennero realizzate 12 palazzine tra via Tre Santi e senatore Parrino. Risarcimento per 545 mila euro per un piano di lottizzazione abortito, presentato nel 1996 da due sorelle. L’elenco è lunghissimo e i debiti fuori bilancio vanno dai pagamenti   per la caduta  o i danni ad un’auto causati da una buca, a quelli milionari.  Nel 2022 il Comune ha pagato un milione e 200 mila euro per debiti fuori bilancio approvati in 46 sedute. Sempre ieri sera il consiglio comunale ha approvato la mozione per realizzare  un approdo per piccole imbarcazioni sul litorale di Alcamo Marina e precisamente in contrada Magazzinazzi di fronte la stazione ferroviaria di Castellammare. Hanno votato contro i consiglieri Annalisa Guggino e Ignazio Caldarella. Tempi lunghissimi per questa iniziativa perché il progetto deve figurare nel nuovo Piano regolatore generale.

Torna dunque un vecchio sogno già abortito nel 1986 quando gli allora sindaci di Alcamo e Castellammare, Francesco Paolo Lucchese e Benedetto Maltese aderirono all’iniziativa di realizzare un porto turistico alla foce del fiume San Bartolomeo. La lettera di adesione venne inviata all’assessorato regionale al Turismo, allora presieduto dal marsalese Pietro Pizzo, che aveva manifestato la volontà al finanziamento. La rivolta della marineria castellammarese costrinse addirittura alle dimissioni dell’allora sindaco Maltese. Ora il Comune di Alcamo ci riprova ma con un progetto completamente diverso rispetto a quello di 37 anni fa