D’Alì può uscire da Trapani, annullato obbligo di dimora. Processo in corso dal 2011

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La corte di Appello di Palermo ha revocato l’obbligo di dimora all’ex
senatore e sottosegretario all’Interno Antonio D’Alì. Il provvedimento nei confronti dell’ex esponente di Forza Italia era stato adottato dal Tribunale delle misure di prevenzione di Trapani nell’agosto del 2019, perché ritenuto “socialmente pericoloso”. Gli era stato imposto l’obbligo di dimora per la durata di tre anni. Adesso il colpo di scena. Il senatore D’Alì, uno dei fondatori e sovvenzionatori di Forza Italia, non è più “socialmente pericoloso”.

Il trapanese già da ieri è tornato completamente libero anche di muoversi per tutto la nazione. Da due anni, infatti, era costretto a vivere nel territorio comunale di Trapani nel rispetto della decisione della sezione delle misure di prevenzione del tribunale trapanese. A quella decisione si erano opposti i suoi legali che adesso hanno segnato un punto a favore in una vicenda giudiziaria che va
avanti da oltre 9 anni.

Ieri la Corte di Appello di Palermo ha infatti revocato quanto deciso a Trapani. Nell’appello la Procura aveva chiesto la riconferma della decisione dei magistrati trapanesi a tre anni di dimora obbligatoria. Adesso l’ex senatore ed ex politico potrà ricongiungersi a Roma con la moglie che vive nella capitale. Il senatore D’Alì dovrà però
continuare a seguire, con libertà di movimento, il processo che lo riguarda per l’accusa di “concorso esterno in associazione mafiosa” che va avanti dal 2011 e che è ricominciato ancora una volta in Corte di Appello, a Palermo, su decisione della Cassazione, dopo che era arrivata l’assoluzione. L’ex sottosegretario è infatti alle prese, a Palermo, con il processo d’appello bis dopo l’annullamento della Suprema Corte della sentenza che aveva anche prescritto i fatti precedenti al 1994. Un iter giudiziario che va avanti dal 2011.