Crisi dell’agricoltura, prosegue la protesta con cortei e sit in nelle prefetture siciliane

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L’ennesima “stazione” di una via crucis che lentamente sta portando alla morte l’agricoltura, settore principale dell’economia della Sicilia. A simboleggiarla un carro con una bara e delle rose rosse sopra, trainato da un trattore, con un cartello con su scritto: “La viticoltura è morta”, firmato “Partito Agricolo Santa Ninfa”. Così hanno manifestato sabato, con un corteo funebre fatto da centinaia di trattori provenienti dal comprensorio del Belice, Alto Belice e Valle del Sosio.  La marcia da Poggioreale fino alla Palermo-Sciacca, oggi sit-in. E la protesta degli agricoltori non si ferma. Dal nord a sud sono centinaia i gruppi di agricoltori che si stanno organizzando per dare la mobilitazione nazionale di oggi. Questa mattina è un sit-in di protesta presso la Prefettura di Palermo.

Ad organizzare la protesta due agricoltori di Poggioreale, Lorenzo Giocondo e Nino Strada. “Non c’è più tempo per aspettare, dobbiamo agire adesso per far capire ai politici regionali e nazionali che il settore agricolo siciliano è al collasso. Rivendichiamo la tutela del mercato locale, per garantire cibo sano per i siciliani e per la sopravvivenza del settore. Pretendiamo che il governo nazionale risolva urgentemente quattro principali punti delle nostre richieste – afferma Nino Gulli, agricoltore di Menfi – Così non possiamo più andare avanti. Siamo tartassati da troppe tasse e troppa burocrazia”. “Se salta l’agricoltura in Italia salta tutto.  Le proteste degli agricoltori sono contro le politiche dell’Ue, dell’Italia e della Regione Siciliana che dicono “favoriscono la vendita di prodotti non salubri a danno di quelli siciliani; la mancanza di misure concrete a sostegno dell’agricoltura e dell’allevamento, schiacciati da costi di produzione schizzati alle stelle; la svendita dei terreni alle multinazionali dell’energia; l’inserimento di carne sintetica, cibo preparato nei laboratori e di tutti quei prodotti alimentari che, a differenza dei prodotti siciliani, sono nocivi per la salute; lo spopolamento della Sicilia a causa della continua emigrazione di giovani”.