Corso stretto ad Alcamo, la grande fuga dei negozi

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L’ultima fuga riguarda il trasferimento della tabaccheria, annessa allo storico Bar Napoleon, che ha cessato l’attività nel luglio dello scorso anno dopo ben 134 anni di permanenza nel corso VI Aprile. La tabaccheria si è trasferita nella via Gaetano Marino in una zona distante oltre un chilometro.

La “fuga” è l’ennesimo capitolo della desertificazione del tratto di corso che va da Porta Palermo a piazza Ciullo, dove dal primo aprile del 2016 è in  funzione l’isola pedonale. Fino ad una decina di anni fa era il “salotto” della città. Brulicava di negozi e quindi di persone che erano costrette, però, a zig zagare tra le auto in transito, che provocavano inquinamento.

E al mancato passaggio delle auto la maggior parte dei commercianti, molti hanno trasferito le attività, hanno attribuito la causa della crisi. Ma è solo questo il problema? Alcamo può essere inserita tra quei Comuni che figurano nel Rapporto annuale sulla “Demografia d’impresa nelle città italiane”. Infatti nell’intero centro storico non ci sono più negozi di vicinato. Centinaia di persone hanno cambiato residenza perché nel centro storico la maggior parte delle abitazioni sono piccole e non rispondono più alle esigenze di comodità.

Sono scomparsi negozi di barbiere, salumerie, librerie, calzature, abbigliamento. Di quest’ultima categoria ne sopravvivono solo quattro nel corso stretto. Ma se si sono persi negli anni decine di negozi c’è stato, nell’ ultimo decennio un vero boom di bed & breakfast: corso VI Aprile, via Amendola, via Adamo, via commendatore Navarra, Piazza della Repubblica. Più affitta camere. L’aumento di strutture ricettive  è consistente e costante, ma diminuiscono a vista d’occhio i negozi.

Buona tenuta registra la ristorazione, soprattutto pizzerie, mentre è boom di pub nella zona di piazza della Repubblica e Piazza Ciullo, frequentati soprattutto da giovani che consumano cascate di alcolici, luoghi spesso della movida selvaggia e senza controllo da parte delle Istituzioni. Si studiano iniziative per rilanciare l’isola pedonale dove insistono quattro chiese di cui due con monasteri. Si contano in poche centinaia i visitatori del Museo di arte sacra dove si possono ammirare oltre 200 opere, così come  il museo degli strumenti musicali donati da Fausto Cannone nell’ex chiesa di San Giacomo.

Molte le presenze in occasione di eventi come “Le Vie dei Tesori”. Saverio Messana, presidente del consiglio comunale in prima linea per il rilancio del centro storico afferma: “che ben vengano queste iniziative. Ma stiamo lavorando nella direzione di animarlo tutto l’anno. Non basta avere ridotto il pagamento di tasse comunali come Tari e Tarsu”. Nel marzo dello scorso anno dieci consiglieri firmarono una mozione con proposte per il centro storico iniziando con l’abolizione dell’isola pedonale. La mozione non passò in consiglio comunale. Centro storico in coma anche per il cambiamento di abitudini e il trasferimento di tanti alcamesi nelle zone residenziali di viale Europa.