Corruzione e regali, Safina: “Gli scrocco questa cosa”. Emergono intercettazioni

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Intercettazioni decisive quelle che avrebbero “scoperchiato” il giro di presunta corruzione e favori che hanno condotto ai domiciliari il deputato regionale trapanese del PD, Dario Safina, indagato per corruzione, turbativa d’asta e rivelazione di notizie d’ufficio. Secondo le indagini, condotte dai Carabinieri di Trapani coordinati dalla Procura trapanese, Safina, in qualità di assessore ai lavori pubblici del Comune di Trapani, avrebbe fornito una serie di informazioni che avrebbero fatto vincere alla società di pubblica illuminazione, la “City Green Light”, gare pubbliche del Comune trapanese.

In cambio, Christian Valerio, manager messinese della società, anch’egli indagato per corruzione e turbativa d’asta, avrebbe dato all’ex assessore 50 mila euro per iniziative comunali, 10 mila euro per le luminarie cittadine in vista del Natale 2020, quattro telecamere da installare accanto a due fontane cittadine per la videosorveglianza, due dispositivi di illuminazione di un’opera d’arte installata a Piazza Catito. Tutte queste “gentili” elargizioni sarebbero state sollecitate – secondo gli inquirenti – dallo stesso Dario Safina per “conseguire il personale vantaggio di accrescere la propria visibilità e quindi il personale consenso presso il corpo elettorale con ciò, conseguentemente incrementando il proprio rilievo politico”.

“Gli scrocco qualche cosa”, diceva l’ex assessore comunale Safina –  da quanto emerso dalle intercettazioni – a proposito di alcuni interventi sull’illuminazione ad opera della società di Chistian Valerio. Sempre dalle intercettazioni sarebbe emerso che il manager messinese,  a seguito della ripetuta richiesta fatta dal politico trapanese di recapitargli alcune telecamera per un sistema di videosorveglianza, avrebbe replicato: “A condizione che esce il bando entro il 30 marzo come mi ha promesso”.

“Non ti preoccupare, per quello saremo pronti”, replicava Safina”. In un’altra occasione, Safina avrebbe spiegato ad un suo interlocutore: “L’abbiamo messo l’anno scorso e cinquantamila euro ce li ha regalati City Green Light”. L’inchiesta era partita nel settembre 2020 a seguito dell’incendio doloso di un impianto di raccolta dei rifiuti della Trapani Servizi s.p.a. (la società esercente l’attività di raccolta e trattamento dei rifiuti nel capoluogo) che condusse i carabinieri a disporre una serie di intercettazioni a carico dell’amministratore unico pro tempore della società di rifiuti, Carlo Guarnotta e di alcuni dipendenti.

Detto, fatto: dalle indagini sarebbe emerso che per favorire la nomina di Guarnotta a Direttore Generale della Trapani Servizi, sarebbe stato predisposto un concorso truccato. A predisporre il bando “su misura” di Guarnotta sarebbe stato il consulente Rosario Bellofiore: tra i requisiti richiesti, infatti, vi era l’aver lavorato almeno per tre anni come dirigente di imprese pubbliche o partecipate con almeno 110 dipendenti. Una mossa strategica posto che la società comunale di rifiuti della quale Guarnotta era l’amministratore unico vantava ben 126 dipendenti.

In cambio dell’aiuto, Guarnotta avrebbe promesso A Bellofiore,   la conferma dell’incarico di consulente della società nonostante il parere negativo del cda. Al piano avrebbe partecipato anche l’allora direttore amministrativo Giuseppe Ullo. Nei confronti di quest’ultimo e di Guarnotta,  indagati a vario titolo insieme a Bellofiore  di turbativa d’asta, corruzione e rivelazione di notizie d’ufficio,  è stato emesso divieto di dimora nei comuni di Trapani ed Erice.

Nel frattempo, il deputato regionale PD ha fatto pubblica, tramite i suoi legali, la decisione di autosospendersi dal partito nonché dal gruppo parlamentare del PD: se la misura cautelare venisse confermato,  il suo posto potrebbe essere preso da Domenico Venuti, sindaco di Salemi e secondo della lista provinciale del Pd. Tra i due vi era già stata sfida nel 2022: Venuti, infatti, che aveva perso le elezioni per soli 143 voti di differenza, aveva fatto ricorso sostenendo l’ineleggibilità di Dario Safina alla carica di deputato regionale. Ricorso poi respinto dal TAR.