Da lunedì i lavoratori Asu del Comune di Alcamo, così come tutti gli altri colleghi della Sicilia, torneranno al lavoro. La decisione è stata presa a seguito dell’incontro avuto ieri all’assessorato regionale al Lavoro (nella foto) dove è stato raggiunto l’accordo. Saranno pagate anzitutto le mensilità arretrate di aprile e maggio, anche se si dovrà attendere ancora qualche giorno per far decorrere quelli che alla Regione definiscono “tempi burocratici tecnici”. “Consideriamo conclusa con un buon esito questa vertenza – afferma Fiorella Sabella, lavoratrice al Comune di Alcamo e delegata dell’associazione Asu in Sicilia – e per questo vogliamo ringraziare tutti coloro che si sono spesi per la nostra causa, colleghi e non”. E’ stato deciso di far rientrare la protesta che era cominciata martedì scorso ed è proseguita sino a ieri, con l’astensione al lavoro di tutti gli Asu, sia quelli che lavorano direttamente negli uffici del Comune sia quelli che per conto dell’ente locale svolgono servizi all’interno di cooperative. Da lunedì prossimo, 28 luglio, tutti torneranno al loro posto di lavoro anche se rimane una sorta di stato di agitazione. Infatti la questione inerente alla richiesta di stabilizzazione al momento dalla Regione non ha trovato alcuna risposta: “La nostra lotta continua – aggiunge la Sabella – per il raggiungimento dell’ obiettivo principale che è la stabilizzazione”. Dunque viene risposta l’ascia da guerra ma sembra più che altro una pace armata tra questa categoria di lavoratori e la Regione. Tanti sono ancora i nodi da sciogliere: a parte il problema immediato, che è quello dei pagamenti degli stipendi arretrati e di quelli che si accumuleranno prossimamente, c’è da considerare il nodo legato alla stabilizzazione. Dal Comune è stato già risposto che questo processo non è attivabile se prima non arrivano dalla Regione degli interventi di tipo legislativo che oggi impediscono agli enti locali di procedere per l’appunto alle stabilizzazioni. Il riferimento è ai tanti lacci e lacciuoli che sono legati direttamente alle finanze delle pubbliche amministrazioni locali, in particolare al tanto contestato patto di stabilità che ingessa letteralmente le manovre finanziarie. Gli Asu chiedono certezze per il futuro anche se c’è una situazione intricata specificatamente ad Alcamo: in 180 lavorano alle dirette dipendenze del Comune, altri 106 invece fanno parte di cooperative, quindi società esterne al Comune. Quindi significa che di fondo servirebbe un vero e proprio intervento legislativo, anzitutto della Regione, ed è stato auspicato anche da parte dal governo nazionale. Con il rientro in servizio degli Asu il Comune di Alcamo torna a respirare: qui c’è da considerare che un lavoratore su tre in pianta organica è un Asu e ci sono interi uffici e servizi esclusivamente gestiti soltanto da questa categoria.
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