C/mare del Golfo, ritrovati al cimitero due eritrei della strage di Lampedusa

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Forse non ci speravano più e invece è arrivata adesso almeno la possibilità di portare loro un fiore. Non nasconde l’emozione il sindaco di Castellammare del Golfo Nicolò Coppola dopo l’incontro con la moglie e la sorella di due giovani eritrei, vittime del naufragio di Lampedusa e sepolti nel cimitero di comunale dove, l’anno scorso, hanno trovato riposo trenta di loro, la maggior parte dei quali proprio di nazionalità eritrea. “Le lacrime, il dolore, la gratitudine espressa con un abbraccio da una moglie e da una sorella, oltre ad emozionarmi profondamente, mi hanno confermato che il gesto di solidarietà di Castellammare serve anche per chi è vivo. Quando abbiamo deciso di offrire una degna sepoltura a 30 nostri sfortunati fratelli morti a Lampedusa abbiamo sperato che non rimanessero numeri. E’ stato un momento indescrivibile incontrare queste due donne che hanno trovato il luogo dove riposano il marito ed il fratello”. Tsegay, 28 anni, e Amanuel, 25 anni, hanno adesso una lapide con il loro volto e il nome al cimitero di Castellammare. Il Comune, affinché non si possa risalire alla moglie ed alla sorella, non ha reso noti i dati anagrafici completi delle due vittime, in quanto aderisce all’appello del “Comitato 3 ottobre”, che ha chiesto alla stampa di garantire l’anonimato di superstiti e familiari che hanno ottenuto lo status di rifugiato, poiché permane il rischio di ritorsioni da parte del regime nei confronti delle loro famiglie rimaste in patria. Per l’anniversario della tragedia, domani in programma una cerimonia di commemorazione che si terrà alle ore 12, al cimitero, e alla quale il sindaco invita tutta la cittadinanza a partecipare.“Ricorderemo tutti i nostri fratelli morti, ed in particolare i due giovani eritrei che grazie alla moglie ed alla sorella, non sono più dei numeri”. Per loro sono state realizzate due lapidi con una croce nel campo comune. Seguirà un momento di preghiera con il sacerdote Michele Crociata che cura una scuola di alfabetizzazione per gli immigrati, “perché i parenti – spiega Coppola – ci hanno precisato che erano cattolici”. Il primo cittadino invita i castellammaresi “al ricordo, ad essere presenti alla cerimonia e magari anche a donare un pensiero o un fiore a chi non ha nessuno qui. Inoltre – aggiunge- invito tutti a spendersi con gesti di accoglienza concreti o, per chi non può, donando anche un semplice sorriso o una stretta di mano a chi stiamo ospitando a Castellammare, che per cultura – sottolinea – è un paese di grande accoglienza”.