Poche centinaia di visitatori in periodi anti covid, pechè scarsamente pubblicizzato. Eppure ospita quasi 150 opere da ammirare. Oggi in tempo di covid è logico che le presenze si sono praticamente azzerate. Si po’ visitare solo su prenotazione. Parliamo del museo di arte sacra che si trova all’interno della chiesa Madre, una delle più belle basiliche della Sicilia.
Il museo venne inaugurato nel 2010 e così tagliava il traguardo un vecchio sogno dello storico Monsignor Vincenzo regina, per tantissimi anni arciprete della chiesa Madre. Monsignor Regina raccolse opere custodite in chiese alcamesi, danneggiate dal terremoto del 1968. Il muso è stato allestito con la consulenza tecnica degli architetti Pietro Artale, Calogero Mauro Calamia, e quella museografica del professor Maurizio Vitella. Il museo contiene moltissime opere pittoriche, scultoree e di oreficeria provenienti dalle chiese di Alcamo, risalenti al periodo che va dal XIII al XX secolo, per un totale di 150 opere disposte in uno spazio di 400 metri quadrati, ricavato dall’ex oratorio del Santissimo Sacramento annesso alla basilica.
Tali opere erano state raccolte e messe al riparo nella chiesa e nei locali attigui dopo il terremoto del Belice deol 1968 (essendo state molte chiese rese inagibili) da monsignor Vincenzo Regina, arciprete di Alcamo dal 1944 e fino al 1991. Tra le opere presenti all’interno del museo: statua della Madonna della Provvidenza (o Madonna del Melograno), realizzata in marmo alabastrino, risalente alla fine del XV secolo. Tale scultura pare provenga dall’ex chiesa di Santa Maria dello Stellario (o chiesa di Santa Maria della Stella), che fu demolita nel 1964. Tane le opere sacre che risalgono anche al 1682 e a seguire nei secoli. A queste opere si aggiungono tantissimi altri oggetti di arte sacra, tra cui sculture, frammenti architettonici, paramenti, scritture sacre e gioielli in oro e argento.
Opportuno, quando sarà superata l’emergenza pandemia, programmare una campagna pubblicitaria per far conoscere il museo e portare ad Alcamo, tantissimi turisti, cosa che fino ad oggi non è stata fatta, Grazie all’arciprete don Aldo Giordano il Museo ha grande attenzione nella cura e custodia.