“Catella” verso l’OK, giovedì la commissione. “Sant’Ippolito”, si cercano fondi

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Lo stadio Lelio Catella, dopo anni di interdizione al pubblico o di accesso limitato a soli 200 spettatori, potrebbe finalmente ritornare a una capienza di 2.000 persone. Questo almeno l’intento dell’amministrazione comunale e dell’assessore allo sport Gaspare Benenati. Tutto sarà deciso nel corso del sopralluogo che la commissione provinciale pubblici spettacoli e sicurezza effettuerà giovedì mattina allo stadio di zona Timpi Rossi. Per ottenere l’ok, il comune di Alcamo ha proceduto a rimettere a nuovo e migliorare i servizi igienici, a mettere in sicurezza alcune parti della copertura della tribuna, ad intervenire anche per l’impianto elettrico e ad eliminare ostacoli che avrebbero potuto creare rischi alla pubblica incolumità.

Giovedì quini il sopralluogo e se tutto dovesse andare bene, l’Alcamo potrebbe finalmente giocare in casa domenica 23 ottobre dopo due mesi di peregrinazioni. Se per il Catella si pensa quindi positivo, stessa cosa non può dirsi per lo stadio Sant’Ippolito chiuso da circa un anno dopo il nubifragio dello scorso mese di ottobre. Qui è franato un collettore fognario facendo abbassare e dissestando buona parte del fondocampo. Per sistemare l’impianto necessitano poco più di 700.000 euro, almeno secondo la perizia effettuata dai tecnici comunali. Circa 130.000 mila per ricostruire la fognatura, il resto per riparare i danni subiti dal campo e dalle aree circostanti.

Per recuperare le somme l’assessorato comunale allo sport sta partecipando a un bando pubblico per ottenere fondi necessari a ripristinare i danni causati dal rischio idrogeologico. La scheda del sant’Ippolito è stata presentata, bisognerà adesso attendere l’accesso al finanziamento. Saranno quindi certamente lunghi i tempi quindi per riaprire lo stadio che sorge nella zona nord-ovest della cittadina. Novità potrebbero arrivare dal pagamento dei danni da parte della compagnia assicuratrice titolare della polizza relativa all’impianto sportivo. Sia l’una che l’altra strada, però, appaiono alquanto lente e tortuose.