Il Comune di Castellammare del Golfo punta forte sulla valorizzazione di Monte Inici, luogo incontaminato dove la natura è assoluta padrona in assoluta controtendenza rispetto alla possente urbanizzazione dei nostri giorni. Il neosindaco Nicola Rizzo si è preso l’impegno proprio di voler avviare dei percorsi di valorizzazione di questo sito dopo aver visitato l’Abisso dei cocci insieme ad una rappresentanza del consiglio comunale. “Valorizzare le grotte che si trovano su monte Inici, – ha detto il primo cittadino – mirabili opere della natura che hanno grande importanza anche dal punto di vista storico- archeologico. Ho avuto modo di ammirare l’Abisso dei cocci e rimanere incantato da formazioni di stalattiti e stalagmiti, gallerie, colonne e laghetti di rara bellezza. Ringrazio la sottosezione del Cai di Castellammare per il servizio guida che il gruppo speleologico offre ai turisti consentendo, in totale sicurezza, l’accesso su parete per raggiungere le grotte ed ammirare la loro straordinaria bellezza. Ho chiesto ed ottenuto la disponibilità della sezione di Castellammare del Golfo del club alpino italiano per avviare un percorso di valorizzazione delle cavità su monte Inci”. Il sindaco in pratica è stato spelologo per un giorno sotto la guida esperta del gruppo escursionisti della sottosezione del Cai di Castellammare del Golfo, retta da Maurizio Motisi. Su Monte Inici l’azione combinata delle acque sulfuree e piovane ha prodotto un gran numero di cavità tra le quali proprio l’Abisso dei Cocci. “L’ingresso della grotta, che si apre sulla parete a circa 8 metri di altezza dal sentiero, non è ben visibile dal basso e si raggiunge, in sicurezza, utilizzando le staffe collocate appositamente sulla parete. Superato l’ingresso – spiega Maurizio Motisi, reggente della sottosezione del Cai di Castellammare – si prosegue attraverso le staffe e una scaletta interna Si prosegue carponi per un cunicolo di circa 2 metri. In piedi si attraversano gallerie e saloni che similmente a organi interni di un immenso arcaico organismo vivente conducono alla bellissima visione degli specchi d’acqua su cui si riflettono le luci degli speleologi. La visita a questi ambienti bellissimi ma fragilissimi è consentita a gruppi poco numerosi, perché questo patrimonio che la natura ci offre non sia irrimediabilmente distrutto per negligenza dei suoi fruitori”.