CINISI – “Dare a Leonardo Badalamenti, figlio di don Tano, le chiavi di ‘Casa Felicia’, sarebbe una grande sconfitta per Cinisi, per le giovani generazioni e per chi ha sacrificato la vita nella lotta alla mafia. Casa Felicia è stata confiscata a Gaetano Badalamenti, boss di Cosa nostra mandante dell’omicidio di Peppino Impastato, e assegnata nel 2010 al Comune di Cinisi dall’Agenzia nazionale per i beni confiscati. Da rudere, fu ristrutturata con quasi 400 mila euro di fondi europei. Adesso, dopo più di dieci anni, la confisca è stata revocata”. Lo affermano in una nota l’associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, il Centro Impastato – No mafia memorial, l’associazione Peppino Impastato, commentando la restituzione dell’ex casolare alla famiglia del boss. Restituzione già fissata per il 26 aprile prossimo. “Se c’è stato un ‘errore’ vogliamo capire chi ne ha la responsabilità, anche perché – dicono le associazioni – questo ha determinato l’impiego di molti soldi pubblici”.
‘Casa Felicia’ finirà quindi nella disponibilità del figlio di don Tano, Leonardo Badalamenti che durante la sua permanenza in Brasile si faceva chiamare Carlos Massetti. Rientrato in Italia e andato a vivere a Castellammare del Golfo con la madre, nell’agosto del 2020, proprio per rivendicare il suo diritto, scassinò le serrature dell’immobile e venne denunciato. Pochi giorni dopo fu arrestato dalla Dia, nella cittadina del Golfo, su mandato di cattura internazionale emesso nel 2017 dall’autorità giudiziaria di Barra Funda (città del Brasile) per traffico di stupefacenti e falsità ideologica. Casa Felicia, invece, nel gennaio dello scorso anno, venne assegnata dal comune di Cinisi all’associazione ‘Casa Memoria Impastato’ e da allora è stata visitata da centinaia di giovani e di scolaresche.
Poi l’improvvisa notizia dall’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati della revoca della confisca e le operazioni di immissione in possesso rinviate al 29 aprile prossimo. Il comune di Cinisi, con un’apposita delibera, ha dichiarato la volontà di opporsi, di mantenere la proprietà e il possesso del bene nonché di avvalersi della facoltà della restituzione per equivalente. Insomma, estrema ratio, bisognerà risarcire le somme impiegate per la ristrutturazione dell’ex casolare.