Uso illecito e falsificazione di carte di credito, assolto cinquantunenne alcamese

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Era finito in un’operazione della polizia del 2014 che aveva provato a far luce su un giro di carte di credito falsificate. Qualche anno dopo venne anche arrestato, con accuse simili, nell’ambito dell’operazione ‘POSpartou’ della procura di Patti. Adesso un alcamese di 51 anni, G. C. da tempo residente a Castellammare del Golfo, broker e procacciatore d’affari, è stato assolto con formula piena dalle accuse mosse nella prima inchiesta, indebito utilizzo e falsificazione di carte di credito e di pagamento. All’uomo, difeso dall’avvocato Giuseppe Mannina, veniva contestato di avere utilizzato per trarne profitto, in concorso con altri, sei carte di credito falsificate, rilasciate da istituti bancari e postali, impiegate anche all’estero.

Il procedimento scaturì a seguito di una perquisizione della polizia durante la quale venne sequestrato materiale vario ritenuto oggetto del reato tra cui le carte di credito. L’avvocato difensore del cinquantunenne è però riuscito a dimostrare che nessun accertamento era stato  posto in essere dalla polizia giudiziaria circa la falsificazione delle carte di credito. Inoltre, nel corso del procedimento, non è stata data la prova che le sei carte al centro delle indagini fossero state effettivamente false oppure indebitamente utilizzate. Al libero professionista alcamese era stato anche contestato il reato di truffa aggravata ai danni dell’Enel per avere attivato forniture di energia elettrica a carico di ignare persone utilizzando i loro documenti di riconoscimento. Per tale reato è stato dichiarato il non doversi procedere per mancanza della querela da parte delle parti offese.

Nel processo erano anche imputati in concorso un commerciante di automezzi di origine marocchina e un trapanese. La sentenza di assoluzione è stata emessa dal giudice monocratico del Tribunale di Trapani. Il pubblico ministero per il libero professionista residente a Castellammare del Golfo aveva richiesto una condanna a due anni e due mesi di reclusione nonché il risarcimento delle cinque parti civili ammesse. “Assolutamente soddisfatto del risultato processuale – ha detto l’avvocato Giuseppe Mannina – e felice che sia stata fatta giustizia per il mio assistito che si è sempre dichiarato non colpevole, contestando ogni addebito”.