Cani avvelenati a Partanna, pronta denuncia del sindaco. AIDAA, esposto in procura e taglia

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E’ un’abitudine becera ma purtroppo continua ad essere presente. L’avvelenamento degli animali randagi tramite bocconcini avvelenati o altre sostante tossiche.  Qualche mese fa la morte di una povera e docile cagnolina che frequentava il villaggio turistico di Kartibubbo, in territorio di Campobello di Mazara,  ed ora un altro episodio accertato nel territorio comunale di Partanna con ben otto randagi uccisi. Sulla vicenda è scesa in campo l’AIDAA, associazione italiana difesa animali e ambiente, che ha presentato questa mattina due esposti annuncia che domattina invierà due esposti alle Procure di Trapani e di Caltanissetta, nella provincia nissena si sono infatti rilevati altri casi di avvelenamento volontario di cani randagi.

“Pur apprezzando l’immediata denuncia presentata dal sindaco di Partanna, Nicola Catania – scrivono gli animalisti di Aidaa – occorre andare a fondo alla questione degli avvelenamenti e per questo oltre all’esposto abbiamo deciso di istituire una taglia di 5.000 euro sulla testa del responsabile degli avvelenamenti, anche se crediamo che non sia una sola persona ma possa esserci dietro una organizzazione che si occupa di avvelenare cani a livello regionale”. L’accusa dell’associazione è certamente forte. Ci sarebbe da capire cosa possa esserci alla base di questo scellerato gruppo, anche come interessi economici, che ha come obiettivo di far morire i cani attraverso i bocconcini avvelenati.

Il fenomeno, qualche anno fa, nel febbraio del 2018, riguardò anche Sciacca dove la morte per avvelenamento di una trentina di cani attirò la stampa nazionale. Fra le condanne per tale reato, invece, la più clamorosa nel trapanese è stata senza dubbio quella di una consigliera comunale di Santa Ninfa, Maria Terranova, condannata nel settembre scorso per avere avvelenato con delle esche, davanti casa sua, un cane nel febbraio del 2016.