Calatafimi: il sindaco si dimette, decade la giunta

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CALATAFIMI – Da questa mattina non c’è più la giunta operativa a Calatafimi. La squadra assessoriale è decaduta con le ufficiali dimissioni del sindaco Nicolò Ferrara, così come dettano le normative in materia. Quindi non sono più in esercizio il vicesindaco Filippo Cangemi e gli assessori Giovanna Mazzara, Domenico Scavuzzo e Vito Adamo. Eventuali ipotesi di dimissioni in blocco sono state quindi precedute da questa scelta del primo cittadino. Gli assessori decaduti, però, precisano di non avere mai di fatto parlato di dimissioni: “Magari nel proprio intimo ognuno di noi avrà pensato alle dimissioni – puntualizza Cangemi – ma mai abbiamo discusso di questa eventualità. Quindi non si può parlare neanche di ipotesi in questo caso, sono circolate in merito notizie infondate”. Ieri sera si è tenuto un vertice in prefettura a Trapani alla presenza del vicesindaco e del presidente del consiglio Mario Minore: “Abbiamo richiesto questo faccia a faccia – sottolinea Minore – non per parlare di possibili dimissioni in blocco di giunta e consiglio ma per capire il percorso da intraprendere”. Il prefetto Leopoldo Falco ha esortato gli organi consiliari e amministrativi a proseguire nella strada della sana amministrazione. Le dimissioni di Ferrara non pregiudicano l’attività consiliare: il consiglio comunale potrà continuare ad operare ed a deliberare, a meno che la metà più di uno dei componenti non decida di dimettersi. Le funzioni di sindaco e giunta saranno invece ricoperte da un commissario che sarà a breve nominato dall’assessorato regionale agli Enti locali. Ferrara si è dimesso dall’incarico congedandosi con una lettera aperta alla città, sostenendo che questo passo è stato fatto per senso di responsabilità: “Dimostrerò la mia estraneità ai fatti – scrive –, si è fatta tanta confusione che ha finito per ingenerare incomprensioni ed equivoci. Certi comportamenti e richieste sono lontani anni luce dal mio agire politico”. Ferrara è stato arrestato lunedì scorso con l’accusa di corruzione, falsità ideologica e turbativa d’asta. Con lui sono finiti in manette anche gli imprenditori palermitani Ettore ed Enrico Crisafulli, padre e figlio, rispettivamente di sessantotto e trentaquattro anni, accusAti di intestazione fittizia di beni. Gli arresti sono stati disposti dal giudice per le indagini preliminari Lucia Fontana, su richiesta dei sostituti procuratore Anna Trinchillo e Franco Belvisi. Ferrara, sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, è accusato di avere intascato una tangente di 3 mila euro da Francesco Fontana, imprenditore di Calatafimi, indagato a piede libero, al fine di consentire allo stesso di aggiudicarsi la gara per la vendita di un compattatore. Il primo cittadino è anche indagato, a piede libero, per il reato di abuso d’ufficio continuato. Secondo gli investigatori, avrebbe omesso di denunciare alle competenti autorità giudiziaria alcune irregolarità nell’ambito dell’esecuzione dei lavori di urbanizzazione primaria nella zona artigiana di contrada Sasi eseguiti dall’impresa Simaco degli imprenditori Ettore ed Enrico Crisafulli. Gli inquirenti gli contestano infine di avere proceduto alla nomina a responsabile dell’Ufficio tecnico comunale di un soggetto privo dei necessari titoli, garantendo allo stesso una retribuzione a cui non avrebbe avuto diritto. “Ferrara gestiva in maniera spregiudicata la cosa pubblica” ha asserito il dirigente della squadra mobile di Trapani, Giovanni Leuci.

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