Beni confiscati consegnati 24 beni ai Comuni: tra i boss figura anche l’alcamese Popò Pirrone

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Figurano anche beni del boss alcamese Liborio Pirrone, conosciuto da tutti come “Popò”, tra quelli che ieri sera sono stati ufficialmente consegnati dall’Agenzia nazionale dei Beni confiscati a diversi Comuni della provincia trapanese. Una cerimonia che è andata di scena al residente Xiare di Valderice dove erano presenti, tra gli altri, il direttore dell’Agenzia nazionale dei beni confiscati, Umberto Postiglione, il prefetto di Trapani Leopoldo Falco e il presidente della Sezione misure di prevenzione del tribunale trapanese, Piero Grillo. Pirrone è l’imprenditore che, diventato mafioso, secondo la Procura antimafia di Palermo dettava legge nel mercato del calcestruzzo nella vasta zona a cavallo tra le provincie di Trapani e Palermo, nei territori dove comanda il boss mafioso latitante Matteo Messina Denaro. Non solo a lui sono stati sottratti dei beni: nell’elenco ne figurano in totale 24 che un tempo erano di proprietà di altri importanti uomini di spicco di Cosa nostra del trapanese: Tommaso Coppola, Vincenzo Piazza, Massimo Troìa, Rosario Esposto e Giuseppe Grigoli. Postiglione ha voluto rispondere alle tante polemiche che hanno investito l’Agenzia da lui diretta, accusata di muoversi con lentezza nell’assegnazione e nella gestione dei beni. L’ex prefetto ha voluto sottolineare che dietro ad ogni confisca c’è una sua storia, ricordando che i beni sottratti alla mafia nel passato funzionavano perché operavano nell’illegalità.

Alla cerimonia hanno preso parte anche i sindaci e in generale gli amministratori a cui sono stati dati in affidamento questi 24 beni: figurano i Comuni di Calatafimi-Segesta, Marsala, Mazara del Vallo, Valderice, Castelvetrano, Paceco e San Vito Lo Capo. Per Postiglione questo territorio ha una ben precisa vocazione, che è turistica, e i beni confiscati dovrebbero essere principalmente destinati proprio a questa finalità per funzionare davvero facendo anche un ben preciso esempio.