BALESTRATE. Con l’inizio della bella stagione ricompaiono purtroppo anche le carcasse senza vita delle tartarughe nei mari del Golfo di Castellammare. Ieri ne è stata rinvenuta una, della specie Caretta Caretta, nell’arenile di Balestrate. A notarla i pulizieri della spiaggia che hanno subito avvertito la Guardia costiera e la polizia municipale. L’anomale marino è stato rimosso per lo smaltimento e si ipotizza, considerate le ferite che gli sono state riscontrate visibilmente a occhio nudo, che possa essere morto dopo essere stato investito dalle eliche di qualche imbarcazione in movimento. Si tratta del primo caso del 2015 nel territorio del Golfo di Castellammare, dopo un 2014 terribile sotto questo aspetto. Infatti lo scorso anno fuorono ben 8 la tartarughe trovate morte spiaggiate tra Alcamo, Castellammare del Golfo e Balestrate. La maggior parte di queste testuggini fanno una brutta fine a causa dell’uomo: vengono travolte dalle barche, oppure rimangono vittime dei pescatori o dell’inquinamento. Quasi tutte le tartarughe trovate morte lo scorso anno nelle coste a cavallo tra il trapanese e il palermitano avevano una grossa lenza che usciva dalla bocca. Evidentemente i pescatori, dopo averle accidentalmente pescate, invece di portarle in porto e consegnarle alle autorità competenti salvandone la vita, le rigettano in mare tagliando semplicemente la lenza. Un bilancio quello del 2014 che è stato definito dagli ambientalisti troppo pesante per una ristretta porzione di territorio e l’inizio di questa stagione estiva non fa presagire nulla di buono. “Disporrò massicci controlli con i vigili urbani – afferma l’assessore all’Ambiente di Balestrate, Rosario Vitale – a tutela dell’ambiente e per reprimere qualsiasi illecito. Un intervento massiccio che sarà coordinato tra capitaneria di porto e caschi bianchi ai fini preventivi”. Appare sempre più chiaro che siamo di fronte ad una situazione che non ha precedenti e che comincia seriamente a preoccupare gli ambientalisti. Certo è che tutti questi ritrovamenti fanno scattare molto più che un campanello d’allarme. Anzitutto si fa sempre più prepotente l’ipotesi che nel Golfo Castellammarese possano essere essenzialmente due le ipotesi collegabili a questi ritrovamenti: la pesca di frodo e l’inquinamento. Riguardo a quest’ultimo fenomeno c’è da dire che alcuni decessi avvengono in quanto le tartarughe accidentalmente possono ingerire rifiuti lasciati in mare e questo può provocare il loro soffocamento. Si presume che ad Alcamo ci possano essere nei pressi della costa delle sacche di ripopolamento di questa specie che rischiano però di rimanere vittima per l’appunto dell’inquinamento dovuto ad abbandono di rifiuti e della pesca di frodo. Tra l’alto proprio la Caretta caretta è una specie di tartaruga marina che è in estinzione. Secondo gli esperti sono minacciate dall’inquinamento marino, dalla riduzione degli habitat di nidificazione, dalle collisioni con le imbarcazioni, e dagli incidenti causati dalle reti a strascico e dagli altri sistemi di pesca.