BALESTRATE (PA) – Gli anni passano ed il porto di Balestrate va verso un inesorabile degrado senza entrare in funzione neanche un giorno. Qualche atto vandalico, a cui si unisce l’effetto usurante di madre natura, sta rischiando di portare la struttura portuale ad un suo disfacimento. Oggi i fondali risultano essere insabbiati: in pratica non esiste più fondale ed oggi come oggi l’attracco delle barche sarebbe impossibile. La questione ora finisce sul tavolo dell’assemblea regionale siciliana. A sollevarla il Movimento 5 Stelle che ha presentato in merito un’interrogazione sulle “iniziative finalizzate a favorire l’immediata operatività del porto di Balestrate”. I 15 deputati firmatari hanno chiesto chiarimenti al presidente della Regione d agli assessorati alle Infrastrutture e Mobilità, Turismo, Sport e Spettacolo e Attività produttive. Parallelamente l’amministrazione comunale balestratese sta lavorando tanto da avere sollecitato una riunione con la ditta che dovrebbe gestire il porto e l’assessorato al Territorio e Ambiente che si terrà a giorni. Oggi questa struttura è l’emblema dell’ennesimo caso tutto in salsa siciliana, tra sprechi, burocrazia e malaffare. C’è tutto questo nell’intricata faccenda che ad oggi ha impedito al porto di entrare in funzione nonostante un bando per l’assegnazione della gestione dell’area emanato nell’oramai lontanissimo 2004, vale a dire 9 anni fa. Il primo intoppo è stato di natura burocratica: il bando europeo venne impugnato dalla ditta esclusa, associata al Comune di Balestrate. Ne nacque un lunghissimo contenzioso che solo due anni fa è stato definitivamente risolto con l’assegnazione definitiva alla società Marina di Balestrate. Nel frattempo è esploso un caso giudiziario: la procura di Palermo ha scoperto che per la costruzione della struttura era interessata una ditta in odor di mafia di Borgetto che avrebbe utilizzato del cemento depotenziato. Una serie di riscontri investigativi, sommati alle intercettazioni, hanno fatto emergere la vicenda. Ne sono scaturiti 7 arresti e intanto l’area portuale è finita nel mirino delle indagini degli inquirenti. Come se non bastasse si sono anche interrotti i lavori per la realizzazione della strada di accesso al porto, opera rimasta ferma a metà. Perché? Mancano le autorizzazioni necessarie secondo quanto scritto dalla Regione al Comune: il governo di palazzo d’Orleans qualche mese fa ha quindi bocciato il progetto per la realizzazione della strada. Tutto ciò si consuma nel quadro di una situazione complessiva che ha del surreale: stiamo parlando di un porto costato alla Regione e all’Unione Europea qualcosa come 60 miliardi delle vecchie lire. Quando finalmente si sbloccherà l’attuale situazione di stallo l’apertura del porto avrà ulteriori complicazioni: sicuramente dovranno essere effettuati degli ulteriori lavori per i danni che si stanno accavallando in questo periodo di inattività.