Alcamo, costi della politica pesanti

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ALCAMO (TP) – I costi della politica non sembrano un problema che riguarda da vicino il Comune di Alcamo. Almeno non riguardano i consiglieri comunali che alla collettività continuano a costare un vero e proprio salasso, specie in questo nuovo inizio di anno. Nell’ultimo mese, quello scorso di febbraio, i 30 consiglieri in carica sono costati qualcosa come quasi 23 mila euro alle casse del Comune. Il che significa che con questa media nel corso di quest’anno il Comune dovrà sborsare quasi 300 mila euro soltanto per mantenere gli organi consiliari, senza quindi tenere conto delle indennità di funzione di sindaco e giunta. In tempi di vacche magre da queste parti evidentemente non si fanno sconti. Lo si evince dalla determina emanata in questi giorni dal Settore Affari generali del Comune che riporta tutti i gettoni di presenza percepiti dai consiglieri comunali per la partecipazione alle sedute del consiglio comunale ed alle varie commissioni consiliari riferendosi per l’appunto al mese di febbraio. Le indennità più alte sono spettate ai consiglieri Giuseppe Campisi, Gaspare Coppola, Vito Lombardo e Antonio Pipitone che hanno percepito ciascuno mille e 32 euro, anche se viene specificato poi che il compenso è sceso a 948 euro in base al tetto di spesa massimo stabilito da una vigente legge regionale. L’esponente consiliare invece con il compenso più basso risulta essere Rosario Dario Pirrone che è arrivato a racimolare una indennità di poco superiore alle 300 euro. I costi della politica alcamese restano dunque notevolmente alti nonostante il Comune sia stato sanzionato lo scorso anno per il mancato rispetto del patto di stabilità che comporta una riduzione dell’indennità del 30 per cento. Oggi questi gettoni di presenza appesantiscono il bilancio comunale per effetto di una decisione che risale al 2002. In sostanza nel dicembre di quell’anno il consiglio comunale deliberò di aumentarsi il gettone da 53 a ben 80 euro, con una impennata quindi del 75 per cento. Decisione questa che continua quindi a incidere pesantemente: infatti, nonostante nel corso degli anni questi emolumenti sono stati via via diminuiti, si è arrivati ad un singolo gettone che oggi è pari a 60,75 euro, comunque superiore sempre a quello fissato nel 2002. Discorso a parte vale invece per gli amministratori: per i Comuni con popolazione superiore a 40 mila abitanti l’indennità di funzione per il vicesindaco è pari al 75 per cento di quella prevista per il sindaco, mentre scende al 65 per cento per gli Assessori e per il Presidente del Consiglio Comunale. Insomma, al banchetto sono tutti invitati.