Balestrate, porto aperto entro giugno?

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BALESTRATE – Entro giugno l’apertura del porto di Balestrate. Pare che questa sia la volta buona secondo quanto ha potuto appurare il sindaco Totò Milazzo a conclusione di una serie di incontri avuti alla Regione e con i vari enti preposti al rilascio delle autorizzazioni per la consegna della struttura alla società che si è aggiudicata oramai più di 8 anni fa l’appalto per la gestione dell’area. Ma oramai sono almeno due anni che si annunciano imminenti aperture del porto ne quindi il condizionale appare d’obbligo. Solo che questa volta il primo cittadino pare intenzionato passare alle vie di fatto: “Se entro giugno non sarà aperta la struttura come mi è stato assicurato da chi di competenza – precisa Milazzo – adirò alle vie legali contro la Regione Siciliana. L’amministrazione seguirà l’iniziativa della ditta e chiederà il risarcimento danni ed eventualmente anche l’affido provvisorio del porto. Non è esclusa una grossa manifestazione popolare di protesta. Ma non credo che si arriverà a questo. Mi sento di dire che sono fiducioso sull’esito finale positivo della vicenda questa volta”. Una situazione davvero intricata quella che ruota attorno al porto balestratese. Persino l’Unione Europea ha avviato delle indagini dal novembre scorso  per cercare di capire il perché dell’atavico ritardo. Siamo di fronte ad un’opera pubblica costata qualcosa come 30 milioni di euro, scuciti dall’Unione Europea e dalla Regione. I cantieri oramai sono chiusi da tre anni eppure, a parte la deroga concessa ai pescatori per l’utilizzo nelle ore diurne della struttura per lo svolgimento delle loro attività lavorativa, il porto è ancora ad oggi deserto. Ad avere sollecitato l’intervento dell’Ue Paolo Giovanni Lo Iacono, fautore di una petizione popolare che ha avuto un grande riscontro con centinaia di firme raccolte per chiedere l’apertura del porto. Dopo avere ricevuto tutta la documentazione sul caso, la Commissione per le petizione dell’Unione Europea ha dato l’ok all’avvio della indagini. Il porto resta inesorabilmente impigliato nelle maglie della burocrazia. Prima a causa di ben due ricorsi presentati al Tar dalla società Marina di Balestrate per l’affidamento dell’appalto per la gestione dell’area portuale. Quindi dal 2009 è iniziata una seconda e altrettanto intricata vicenda fatta di riunioni e carte bollate. In pratica Comune e assessorato regionale Territorio e Ambiente in prima battuta hanno ritenuto che il progetto della Società Marina fosse da rimodulare in base ad un affidamento della gestione del porto che dovrà essere fatto in via provvisoria, in attesa di una revisione del piano regolatore generale del porto che allo stato attuale non prevede tutta una serie di infrastrutture. Dopo questo primo stop la società ha provveduto ad adeguarsi rispetto alle prescrizioni imposte da Comune e Regione nell’estate del 2011 e questa volta ha incassato i pareri favorevoli di tutti gli enti preposti. L’ultima mazzata è arrivata però nel giugno scorso con l’indagine della procura che ha fatto emergere l’utilizzo di cemento depotenziato per la costruzione della struttura da parte di una ditta in odor di mafia.