Aumento TARI ad Alcamo, fino al +5,5% . A settembre altro ritocco?

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La mancata approvazione delle nuove tariffe della TARI e quindi del piano economico del servizio, avrebbe potuto fare andare in dissesto il comune di Alcamo. Da valutare, comunque, anche le scelte dell’amministrazione Surdi che mai è riuscita, nel corso di 7 anni, a rispettare i proclami della campagna elettorale del 2016: la raccolta dei rifiuti ad Alcamo costerà un milione 400mila euro in meno. Certo è che le cose nel corso del tempo sono cambiate anche i costi delle discariche e le magagne della Regione in materia di smaltimento di rifiuti ma proprio su questo, vale a dire sulle scelte dell’amministrazione comunale e sulla pulizia della città che, da diversi anni, non eccelle, l’opposizione consiliare, forse pe la prima volta, ha votato contro in maniera compatta. No quindi di Massimo Cassarà, Filippo Cracchiolo, Anna Lisa Guggino, Baldo Grillo, Giovanni Calandrino, Denise Di Giovanni, Giuseppe Parrino e Ignazio Caldarella all’aumento di circa il 2,5% per le utenze domestiche, quindi le famiglie, e del 5,5% per le imprese.

In soldoni significa che le utenze composte da una sola persona subiranno un aumento annuo della TARI di 6 euro mentre per i nuclei familiari più numerosi si potrà arrivare fino a 22 euro all’anno. Per le attività commerciali, facendo un esempio, chi pagava 1.000 euro di TARI dovrà adesso pagarne 1.055. Chi ne pagava 2000 passerà a 2.110. Insomma quel famoso +113% previsto per le utenze commerciali e poi stoppato dagli aiuti covid ai comuni è stato spalmato anche sulle famiglie. A settembre comunque dovrebbe arrivare un altro ritocco verso l’alto. “Il sindaco aveva promesso – scrive l’opposizione consiliare in una nota – che il nuovo piano rifiuti avrebbe portato benefici alla cittadinanza; ma non è stato così, almeno dal punto di vista economico, e non solo: la città è sommersa di rifiuti”. Tra i benefici previsti e ancora non attuati, la distribuzione delle compostiere che comporterebbero una riduzione della bolletta della TARI. I

l piano tariffario della TARI è quindi passato con 11 voti della ‘strana’ ma consolidata maggioranza 5 Stelle – Lega, o UDC di Turano che dir si voglia, e 8 contrari. Il timore del blocco della spesa, però, resta reale per una ventina di giorni. La minoranza, infatti, non ha votato l’immediata esecutività al PEF, il piano economico finanziario, che quindi dovrà attendere adesso i tempi della pubblicazione. IL PEF necessita infatti dei due terzi dei votanti, quota che non è arrivata. A favore infatti la compatta maggioranza di 11 consiglieri, 6 contrari e due astenuti.