Arresti Asaro e Salerno, non si dimette sindaco. Medico ASP smentisce ma l’ordinanza dice altro

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Il sindaco di Paceco, l’avvocato Giuseppe Scarcella, non si dimette e, almeno per il momento andrà avanti. Una decisione che somiglia a quella assunta dal primo cittadino di Castellammare del Golfo, Nicola Rizzo, tirato in ballo in altra operazione antimafia e accusato, come Scarcella, di concorso esterno in associazione mafiosa. Il capo dell’amministrazione comunale pacecota, coinvolto nell’operazione antimafia che ha portato in carcere il boss castellammarese Mariano Asaro e quello pacecoto Carmelo Salerno, si è avvalso della facoltà di non rispondere dinanzi ai pm ritenendo troppo generiche le contestazioni nei suoi confronti. In attesa di chiarire la sua posizione, il sindaco Scarcella, ha rassegnato le dimissioni, con effetto immediato, da presidente del  Consorzio trapanese per la Legalità e lo Sviluppo.

Uno strano destino collega le due cittadine del trapanese, entrambe aggiunte da pesanti inchieste antimafia. Le ultime vicende ruotano attorno alla figura di Mariano Asaro, 64 anni, pregiudicato mafioso castellammarese, che dopo una lunga permanenza in carcere è andato a vivere a Dattilo, frazione proprio di Paceco, stessa frazione di cui è originario il sindaco Scarcella. Asaro, fra e altre cose, è accusato di avere fatto parte della famiglia mafiosa di Castellammare del Golfo, di mantenere un costante collegamento con esponenti mafiosi di Paceco e Trapani, di progettare iniziative imprenditoriali intestate o da intestare a prestanome (al centro dell’ordinanza c’è l’apertura di uno studio odontoiatrico) fungendo da punto di riferimento per la raccolta e la distribuzione del denaro.

Proprio la vicenda della Pacecodental srl, che ha portato alle misure cautela in carcere nei confronti di Asaro e del pacecoto  Carmelo Salerno di 59 anni, e al nuovo provvedimento per l’ex deputato regionale Paolo Ruggirello, nonché agli obblighi di dimora per Maria Vincenza Occhipinti, cognata di Asaro, e Maria Amato, e al divieto di esercitare la professionale per il dentista di san Vito Lo Capo, Vito Lucido, ha tirato in ballo un altro castellammarese, Francesco Di Gregorio, ai vertici del dipartimento prevenzione dell’ASP.

Il dirigente medico ha quindi diramato una nota-stampa in cui si lamenta di quello che è stato pubblicato da alcune testate giornalistiche. “Non ho mai avuto il benché minimo contatto con Mariano ASARO né, tantomeno, – ha detto –  sono mai stato suo compagno di scuola (come si lascia intendere in alcuni stralci di intercettazioni). Conosco da anni l’on. RUGGIRELLO con il quale ho avuto, in ragione del mio incarico lavorativo, solo contatti di natura istituzionale e nulla di piu. Della clinica odontoiatrica, di cui si parla nell’articolo e nelle indagini, non ho mai ricevuto istanze di qualsiasi tipo”.

Le notizie su Di Gregorio, però, non appartengono alla sfera delle indiscrezioni giornalistiche ma sono contenute nelle 44 pagine dell’ordinanza sottoscritta dal GIP di Paermo, Claudia Rosini, in cui si legge testualmente: “L’interlocutore del Ruggirello all’interno degli uffici dell’A.S.P., in relazione agli interessi imprenditoriali di Asaro, è stato con certezza identificato nel castellammarese Francesco Di Gregorio, Direttore U.O.C. del Servizio Igiene degli Ambienti di Vita presso l’A.S.P. di Trapani. Di Gregorio e Ruggirello – è scritto più avanti – hanno avuto numerosi contatti telefonici in tutto il 2018 sino al 3 ottobre. Già in precedenza, dalle indagini nel procedimento Scrigno, i rapporti personali intrattenuti fra Paolo Ruggirello e Francesco Di Gregorio sono risultati risalenti nel tempo ed in particolare agli anni 2015 e 2016, periodo nel quale il politico era Onorevole e Questore dell’ARS”.