Altra condanna per Enrico Rizzi, diffamato presidente Guardie Zoofile. Solo multa

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Non è certamente un bel momento per il noto animalista trapanese Enrico Rizzi, spesso protagonista di dure invettive sui social. Dopo la condanna e il maxi-risarcimento per avere diffamato l’ex questore di Trapani, Maurizio Agricola, è arrivato un altro verdetto sfavorevole per Rizzi. L’animalista è stato infatti condannato dalla terza sezione di appello di Palermo che ha confermato la sentenza di primo grado emessa dal giudice monocratico Chiara Badalucco nel febbraio del 2021: risarcimento dei danni (1.500 euro) più spese legali e generali per altri 1.200 euro. Rizzi, condannato in base agli articoli 592 e 605, è stato in appello condannato al pagamento di 1.040 euro per le ulteriori spese di fase e per quelle sostenute dalle parti civili.

Enrico Rizzi era stato denunciato per diffamazione dal trapanese Danilo Catania, presidente delle Guardie per l’Ambiente Ecozoofile. L’animalista, in un post pubblicato su facebook il 28 dicembre del 2016 a seguito di alcuni accertamenti da lui insistentemente richiesti riguardo le condizioni di detenzione di un cane custodito in un’abitazione di  Castelvetrano, aveva scritto: “Questura e Polizia Municipale di Trapani VERGOGNA… VERGOGNA a Danilo Catania delle Guardie Zoofile di Trapani che ha il coraggio di dire che è tutto ok e che addirittura il cane è spesso fuori a passeggio quando ormai non si contano più le testimonianze raccolte”.

In realtà quel cane non stava poi così male. Aveva possibilità di entrare e uscire dal balcone da un apposito cancelletto; aveva acqua fresca e croccantini sempre a disposizione; è stato poi trovato dai veterinari in ottime condizioni di salute. Quello di Enrico Rizzi per la vicenda di via Castelvetrano era diventato una sorta di accanimento: continui appostamenti per scattare fotografie, costanti telefonate alle forze dell’ordine, contatti continua con il presidente delle Guardie Zoofile.

Il tribunale, pur riconoscendo l’attività meritoria di Rizzi a tutela degli animali, deve però negare che la frustrazione delle aspettative dalle ripetute segnalazioni rivolte a Danilo Catania possa giustificare un’offesa della dignità della persona e del suo ruolo a capo delle Guardie per l’Ambiente Ecozoofile. Da qui la conferma della condanna per diffamazione anche in secondo grado.