Alcamo: voto di scambio, il sindaco si “defila”

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ALCAMO – Il Comune di Alcamo si costituisce parte civile nel procedimento sul voto di scambio alle amministrative del 2012: la giunta ha approvato la delibera. E’ stato dato così seguito a quanto aveva già annunciato il sindaco Sebastiano Bonventre (nella foto) anche se lo stesso primo cittadino risultava assente alla votazione del provvedimento. Una scelta mirata, evidentemente, dal momento che questa inchiesta per cui il Comune ha deciso di costituirsi in giudizio lo vede protagonista, anche se indirettamente. Infatti la Procura di Trapani avrebbe appurato un sistema politico, posto in essere dall’entourage politico a sostegno di Bonventre, che aveva lo scopo di portare voti allo stesso attuale primo cittadino per la sua elezione che avvenne con appena 39 voti di scarto rispetto al suo antagonista, l’esponente del movimento Abc Niclo Solina. Bonventre, per ragioni probabilmente etiche e di opportunità, ha quindi preferito farsi da parte non partecipando alla votazione in giunta. Il Comune di Alcamo quindi sarà parte offesa all’udienza fissata per il prossimo 7 ottobre al Palazzo di Giustizia di Trapani. Imputati in primis l’ex senatore Nino Papania, e poi Massimiliano Ciccia, Giuseppe De Blasi, Leonardo De Blasi, Giuseppe Di Gaetano, Davide Piccichè, Giovanni Renda e Leonardo Vicari, imputati del reato di “voto di scambio”. Secondo l’accusa gli 8 protagonisti della vicenda giudiziaria avrebbero posto in essere un sistema tale “al fine di ottenere a vantaggio del candidato sindaco Bonventre e delle 5 liste allo stesso collegate il voto elettorale, promettendo somme di denaro nell’ordine di 50 euro per ogni voto a più elettori non meglio identificati”. Sempre secondo l’accusa sarebbe stato promesso ad alcuni elettori, ben identificati questa volta, “in cambio del voto un posto di lavoro all’Aimeri Ambiente”, la società di gestione del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti in città. Secondo la Procura Di Gaetano e Ciccia avrebbero dato man forte all’ex senatore tenendo i rapporti con De Blasi, Renda e Vicari durante la campagna elettorale, “istruendoli su come far votare gli elettori da loro contattati e corrispondendo loro svariate somme di denaro”. Un’inchiesta che avrebbe anche scoperchiato uno scandalo dietro un altro: dalle indagini Di Gaetano e Ciccia, si legge nel provvedimento della Procura, si sarebbero accaparrati, tramite alcune associazioni onlus a loro riconducibili, “consistenti derrate alimentari presso il Banco delle Opere di Carità Sicilia che poi facevano distribuire nel periodo immediatamente precedente la campagna elettorale e fino a quando non avevano luogo le operazioni di voto a famiglie alcamesi non abbienti in cambio della promessa di voto. “Al fine di tutelare i propri interessi – sostiene nella delibera la giunta – si procede alla costituzione di parte civile avvalendosi direttamente dell’avvocatura Comunale e conferendo all’avvocato Giovanna Mistretta mandato di legge”. Abc ha sempre sottolineato la necessità di fare chiarezza sulle amministrative.

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