Il massacro delle Televisioni locali da parte dello Stato

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Non si intravede una fine alla mattanza dell’emittenza televisiva locale. L’Agcom ha convocato le associazioni di categoria per comunicare che altri 19 canali saranno cancellati dalle aree di servizio confinanti con  Francia, Svizzera Ticino, Slovenia, Croazia, Malta e  San Marino. Le Regioni interessate sono Piemonte, Liguria, Lombardia, Friuli V.G., Veneto,  E. Romagna, Toscana,Marche,  Abruzzo, Molise, Puglia, Sicilia. I canali interessati sono: 21-22-23-27-28-29-31-32-33-34-35-39-41-42-43-45-51-53-59. La Regione più penalizzata è la Puglia che si vede cancellare 12 canali (21 22 23 28 31 33 34 41 45 51 53 59) in tutta l’area costiera. Al massimo potranno fare servizio  nell’entro terra mantenendo verso la costa un livello di campo elettromagnetico interferente cumulativo massimo di 28 dBuV/m che, di fatto, equivale a una diffusione di quartiere.

 

L’Agcom si fa forte del dispositivo di legge n. 9 del 21 febbraio 2014, art. 6, comma 8, il quale l’autorizza ad avviare le procedure per escludere dalla pianificazione delle frequenze della tv digitale quelle riconosciute a livello internazionale utilizzate dai Paesi confinanti oggetto di accertate situazioni interferenziali. La liberazione dovrà avvenire entro il 31 12 2014. A richiesta delle associate REA, in regola con il versamento delle quote associative,  è disponibile il documento di consultazione AGCOM.  

 

Tuttavia sull’Agcom e Ministero dello Sviluppo Economico pesano gravissime responsabilità per aver pianificato a “proprio uso e costume” in violazione degli articoli 8 e 42 del Testo Unico sulla Radiotelevisione, per le quali responsabilità presto saranno chiamati al risarcimento dei danni subiti dalle emittenti per la perdita delle aziende e di 2800 posti di lavoro. Infatti, per motivi che sono ancora del tutto oscuri, non si comprende come mai, durante lo switch off,  le frequenze televisive siano state assegnate con un rapporto 1 = 1, ovvero un canale ex analogico posseduto = a un canale digitale assegnato (equivalente a sei programmi) anziché con il criterio della ripartizione della capacità trasmissiva, come l’articolo 8, comma 2, del Testo Unico aveva giustamente indicato, coerentemente all’efficiente uso dello spettro ai sensi dell’articolo 42 del medesimo T.U. Ma, rispetto all’Agcom, il Ministero è ancora più carico di responsabilità per il modo con cui ha gestito i Bandi “farsa” e le annesse graduatorie “ballerine”, che tutti conosciamo, continuamente soggette a spericolati giri di valzer imposti dai suonatori del V piano di Viale America.

 

E’ prevedibile che con questa ulteriore sottrazione di canali, entro la fine dell’anno, saliranno a 400 le emittenti televisive locali a rischio di chiusura definitiva e 3200 saranno i posti di lavoro perduti.

 

La REA è stata convocata per  il 23 maggio 2014, per ascoltare dall’Agcom la solita solfa che già possiamo immaginare. Riferiremo il malessere che quotidianamente sale dalla categoria opponendoci con tutte le nostre forze al perverso progetto di sterminio delle libere ed indipendenti voci libere del Paese, ma gli Editori televisivi devono prendere coscienza che se non si decidono a fronteggiare la situazione con una vigorosa protesta a fianco della REA, presto, molto presto saranno costretti a cambiare mestiere per volontà della mala politica che ci governa e di quelle associazioni colluse con il potere.

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