Alcamo, tutela del Monte Bonifato: è scontro tra Fare Ambiente e il commissario comunale

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L’intervento del Corpo forestale della regione siciliana è stato chiesto da Fare Ambiente di Alcamo affinchè venga applicata la normativa che riguarda gli interventi per i boschi che si trovano in condizioni di degrado. E’ questo il caso del bosco di Alcamo, oltre 100 ettari Riserva compresa, che versano nel più completo abbandono. Fare Ambiente lancia anche un allarme: ovvero il pericolo di dissesto idrogeologico “da imputare all’incuria dell’uomo e quasi sempre sono frutto all’incuria dell’uomo”. E in verità nel recente passato si sono verificate frane e smottamenti, lato via monsigno Tommaso Papa, che hanno messo in pericolo abitazioni. A ciò va aggiunto il fatto che la mancata manutenzione del verde ha armato la mano dei piromani che hanno inferto duri colpi al Monte Bonifato. Fare Ambiente ha preso posizione dopo il ritiro, in consiglio comunale da parte del commissario Giovanni Arnone della convenzione, che avrebbe consentito alla Forestale, che ha uomini, mezzi e competenza per salvaguardare il Monte Bonifato. Poi Fare Ambiente, nella lettera di protesta, traccia le varie tappe, sono trascorsi quasi nove mesi, di delibere, riunioni, vertici. Autorizzazioni di parte della Regione, ma tutto si è arenato al Comune di Alcamo. “Continuiamo a non comprendere e a non accettare – scrive FareAmbiente – le accuse di pretestuosità e di infondatezza rivolte alla nostra Associazione dal commissario straordinario, e ci chiediamo: a chi giova questo immobilismo burocratico che abbandona al suo destino il nostro monte Bonifato. Nei prossimi giorni formalizzeremo la richiesta di applicare il punto 4 dell’articolo 43, ovvero l’intervento della Regione nella speranza di evitare che nel futuro accadano eventuali prevedibili disastri e di dovere ricercarneinvano i responsabili”. Il commissario, l’altro ieri ha ritirato la convenzione “per ulteriori approfondimenti”. Va aggiunto che il commissario Arnone da mesi conosce bene il problema,  Ma sembra che dietro ci possa essere una regia politica e che si remi contro la tutela del Monte Bonifato la cui salvaguardia è da anni invocata dalle associazioni ambientaliste, dalle scolaresche e da tutti coloro, e sono la quasi totalità degli alcamesi, che amano la montagna che sovrasta e protegge Alcamo. Un fatto positivo è stata la riapertura dell’albergo “La Funtanazza” e i vari percorsi dentro la pineta. Perché non si vuole fare un ulteriore e decisivo passo avanti per vedere rinascere il Monte Bonifato evitando così probabili disseti geologici, incendi dolosi grazie ad una cura quotidiana e competente. Cosa che può fare, oggi sembra solo la Forestale.