Alcamo-Tributi a rate per famiglie in difficoltà, Comune prova a far cassa

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Tributi a rate per quelle famiglie che sono in difficoltà e non possono permettersi esborsi così gravosi in un’unica soluzione. La decisione è della giunta guidata dal sindaco Domenico Surdi che ha deliberato di prevedere questa opzione per quei contribuenti che non superano i 18 mila euro di reddito Isee. A seconda dell’entità del debito tributario si potrà diluire da un minimo di 5 rate a un massimo di 20. “Si tratta di una modalità utile e immediata per chi ha un reddito Isee inferiore alle 18 mila euro – afferma l’assessore ai Tributi e vicesindaco Roberto Scurto – e ha intenzione di pagare qualche bolletta arretrata. Per informazioni  più dettagliate ci si potrà rivolgere agli uffici tributi del Palazzo di vetro”. La giunta ha stabilito che per un debito che non supera le 500 euro si potrà rateizzare al massimo con 5 mensilità; tra 500 e mille euro invece si potrà chiedere la dilazione in 8 rate se si ha un reddito Isee compreso tra 12 e 18 mila euro, si può arrivare a 10 se invece il reddito è inferiore alle 12 mila euro. Invece per un debito tributario compreso tra mille e 3 mila euro si potrà accedere al beneficio della dilazione da 12 a 15 rate sempre a seconda del reddito Isee; da 15 a 20 rate si potranno usufruire per debiti compresi tra 3 mila e 5 mila euro; infine per tutti massimo 20 rate per chi supera un debito tributario di 5 mila euro. In questo modo il Comune prova a rendere meno doloroso questo recupero tributario a chi in questi anni ha fatto il furbetto oppure semplicemente non ha realmente potuto pagare. La cosa certa è che dal loro canto gli uffici comunali hanno dei seri problemi nel recuperare i debiti accumulati dai cittadini, che siano di natura tributaria, oppure contenziosi o ancora multe non pagate. L’ammissione era arrivata dallo stesso ufficio Tributi che sarebbe in enorme difficoltà a smaltire le pratiche. Il motivo? Non ci sono professionalità interne in numero adeguato per riuscire a portare avanti tutto il lavoro. Non solo quello arretrato ma anche quello che di anno in anno si deve sviluppare in via ordinaria. Una realtà cruda e allo stesso tempo allarmante resa nota dal responsabile dell’ufficio Tributi del Comune, Fabio Randazzo, ascoltato in audizione nel febbraio scorso dalla II commissione consiliare per affrontare il problema dei crediti non riscossi dal Comune. Un fardello di non poco conto se si considera che ad Alcamo, in base a quanto relazionato dal dirigente del Settore Finanze Sebastiano Luppino, ci sono da riscuotere ben 28 milioni di euro. Tutti crediti comunque di dubbia esigibilità e che quindi non potranno essere riscossi sicuramente al 100 per cento, dunque con un danno economico di non poco conto per le casse municipali. In base a quanto relazionato l’ufficio Tributi su 6 mila accertamenti inviati non ne ha potuti notificare ben 2 mila, quindi il 33 per cento. I motivi sono i più svariati: o per il cambio di residenza del contribuente o creditore, emigrazione o ancora un malfunzionamento degli uffici postali incaricati di inviare la documentazione. Al momento quindi non si intravedono nemmeno possibilità di migliorare la situazione: il Comune rischia quindi seriamente di continuare a non incassare.