Alcamo-Il rogo del deposito nel Pavese, quelle analogie con l’incendio di contrada Citrolo

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Quelle immagini trasmesse dalle televisioni riportano alla memoria degli alcamesi paura e interrogativi. Quelle immagini sono state registrate a Corteolana, un Comune di provincia di Pavia, dove un incendio è scoppiato in un capannone abbandonato contenente scarti di materiale plastico e rifiuti vari. Una nube nera ha coperto il comune ed il sindaco ha invitato i cittadini di questo Comune del Pavese a tapparsi in casa e non utilizzare prodotti ortofrutticoli. Un film che gli alcamesi conoscono a memoria ma sull’incendio di Corteolana, ora domato, da ieri ad ogni Tg o radiogiornali si è dato un giusto spazio. Per il rogo di Alcamo qualche scarna notizia nei Tg della notte del 30 luglio scorso e qualche servizio nel Tg regione. Poi il silenzio rotto dalle domande con poche risposte date agli alcamesi. Silenzio rotto dalle iniziative del Movimento difesa dl cittadino di Alcamo, dell’ avvocato Maurizio Lo Presti che ha presentato denuncia alla Procura per accertare responsabilità e conoscere l’esito delle analisi . Purtroppo le cronache sono piene di incendi di depositi e sembra che ci sia una strategia, sulla quale indagano le forze dell’ordine. Nei giorni seguiti al rogo verificatosi ad Alcamo nell’impianto di trattamento polifunzionale di rifiuti non pericolosi da raccolta differenziata e indifferenziata della ditta D’Angelo Vincenzo in contrada Citrolo si sono susseguite dichiarazioni e prese di posizione. Per esempio Legambiente Sicilia prometteva esami del suolo e dell’aria, rimaste nel campo delle pie intenzioni poiché di queste iniziative non si è saputo mai nulla. Secondo gli esami dell’Arpa, seguiti poche ore dopo il rogo, le cui operazioni di spegnimento sono durate quasi 30 ore,  i valori dell’aria “sono risultati inferiori al limite”. Poi una serie di numeri e dati sulle sostanze chimiche, impossibili da comprendere per i non addetti ai lavori e quindi per i cittadini, in questo caso alcamesi e dei Comuni vicini poiché quella nube nera arrivò sino quasi a Sciacca dopo avere attraversato la Valle del Belice. Nonostante i solleciti del Comune di Alcamo, pare che, per la complessità delle analisi effettuate dall’Arpa, la nota informativa arrivò al Comune di Alcamo lo scorso due ottobre, ovvero due mesi dopo il rogo. La nota dell’Arpa si concludeva con questa frase: “ al fine di estendere il quadro conoscitivo, l’Agenzia procederà ad ulteriori indagini”. Ma queste ulteriori indagini sono state effettuate ? E se è sì con quali risultati? E se non sono state eseguite perché non ne spiegano i motivi?