Una colonna di auto stabilmente posteggiata sul lato sinistro, direzione Porta Trapani. Quasi il 50% di auto di proprietà dei commercianti della zona. Una colonna di auto che si muove a passo di lumaca nel ristretto spazio che rimane nel corso VI Aprile, “cassaru strittu”. Un marciapiede di pochi centimetri dove si muovono a zig-zag quelle persone che vi transitano a piedi. Benvenuti ad Alcamo nell’ ”Isola che non c’è”, dove si è costretti a respirare gas di scarico. Benvenuti nella città del caos dove da 30 anni si discute, e se ne discuterà ancora per decenni, come istituire “l’ isola pedonale”, che appare nelle dichiarazioni programmatiche dei sindaci degli ultimi 30 anni. Petizioni popolari. Ordini del giorno di consigli comunali. Tutto carta straccia. Eppure, considerata la conformazione urbanistica del centro storico, istituire l’Isola pedonale ogni giorno dalle 17 alle 20,30 non si ritiene che ciò possa provocare collassi economici agli operatori della zona. Ma il caos regna sovrano nell’Alcamo dell’illegalità diffusa. Via Madonna del Riposo, con i marciapiedi invasi da cassette di frutta. Con auto lasciate a spina di pesce o in doppia fila è la metafora dell’impotenza del Comune nell’impegnarsi per far rispettare le regole. Regole spesso ignorate o calpestate da molti, che i cittadini vedono, e che le Forze dell’ordine ignorano. Due piani del traffico, costati quasi 100 mila euro, giacciono in qualche ufficio comunale, mentre la città affoga tra le lamiere con tantissime zone terra di nessuno per come accade nel viale Europa, Via Ugo Foscolo, Viale Italia etc.. E’ chiaro che occorre un maggiore senso civico da parte di tutti per potere alleviare i disagi di tanti. La sola polizia urbana non può bastare, ma può fare molto di più nel reprimere con fermezza le violazioni al codice della strada.