Si spegne l’ultima fiammella di speranza per l’ex sindaco di Alcamo Giacomo Scala. Dentro il parlamento regionale non entrerà nemmeno dalla finestra. Ieri il Tar ha respinto il suo ricorso presentato subito dopo gli esiti del voto delle regionali del novembre scorso che hanno visto la sua lista, “Sicilia futura-Pdr”, rimanere fuori dai giochi nel collegio trapanese non avendo ottenuto neanche un seggio.
Cosa che quindi lo ha fatto rimanere a bocca asciutta nonostante sia stato il più votato con oltre 5 mila preferenze. Il ricorso lo aveva presentato contro l’assegnazione dei seggi al Movimento 5 Stelle e alla lista “Musumeci Forza Italia Berlusconi” per la famosa mancata presentazione della “dichiarazione di incandidabilità” stabilita dalla legge Severino entrata in vigore nel dicembre del 2012.
Documento che non è stato presentato dai candidati di queste due liste e che ha spinto Scala a presentare ricorso per chiedere di invalidare l’assegnazione dei voti e dei seggi: “Avrebbero dovuto essere esclusi – la motivazione dell’ex primo cittadino – per non avere presentato l’esplicita dichiarazione”.
La I sezione, presidente Calogero Ferlisi, ha rigettato il ricorso sostenendo essenzialmente che nonostante i diversi orientamenti della giurisprudenza in questi casi, si aderisce alla decisione del Consiglio di Stato del maggio 2016 nella quale si è affermato, in relazione ad elezioni comunali, che le dichiarazioni dei candidati, anche se contengono l’erroneo richiamo all’abrogato articolo 58 del testo unico degli enti locali come nel caso delle elezioni regionali del novembre 2017 in cui non si fa riferimento alla legge Severino, “non possono essere considerate inesistenti o carenti, trattandosi di dichiarazione con contenuto semplicemente incompleto”.
Secondo i giudici del tribunale amministrativo regionale i candidati, “al di là dell’erroneo riferimento normativo”, hanno comunque “manifestato la loro volontà di certificare l’assenza, in via generale, delle cause ostative alla candidabilità”. Inoltre, da successivi controlli degli uffici elettorali circoscrizionali, sui candidati delle due liste citate nel ricorso di Scala in tutti i casi il casellario giudiziale è stato negativo, quindi senza nessuna “condanna ostativa”.
Una sentenza che comunque era ampiamente nell’aria dal momento che già il mese scorso sempre il Tar si era espresso su un altro ricorso uguale presentato dai candidati alle regionali trapanesi Paolo Ruggirello e Giacomo Tranchida. Loro avevano poggiato come base del loro ricorso gli orientamenti giurisprudenziali su una serie di sentenze, in particolare in Sardegna e Basilicata, dove dopo l’ultimo grado di giudizio, ovvero il Consiglio di Stato, era stato ribaltato l’esito delle elezioni.