I burocrati costano davvero caro alla collettività alcamese. La schiera dei dirigenti che guidano i diversi settori della macchina amministrativa dal 2013 al 2014 ha fatto salire vertiginosamente i suoi costi: ben 158 mila euro in più, mica bruscolini. Storia da superburocrati in tipica salsa siciliana. Per questa categoria la crisi sembra non esserci mai, anzi. Mentre ovunque si soffre e si taglia, dalle parti invece dei manager municipali si ingrassa. I costi che il Comune ha dovuto sostenere nel 2014 per i dirigenti sono stati davvero enormi ed hanno superato anche l’anno 2012, quando invece furono sborsati 549 mila euro. Quasi nulla è cambiato a livello di nominativi tra i superburocrati del municipio alcamese: in 5 sono rimasti sempre quelli, soltanto altri due dirigenti hanno fatto staffetta tra loro. Nel 2012 c’era ancora Giambattista Impellizzeri, uscito di scena quell’anno stesso e sostituito di fatto, anche se non con continuità temporale, da Carlo Bertolino, che tra l’altro da quest’anno non c’è più in quanto non gli è stato rinnovato il contratto a tempo determinato a suo tempo stipulato. Il raffronto dunque può essere fatto proprio sui 5 storici dirigenti che lo scorso anno sono riusciti a battere ogni record per quanto concerne la retribuzione rispetto all’ultimo triennio, riuscendo a sfondare in tutti i casi le cifre a sei zeri. Mettendo a confronto il trattamento economico complessivo, al lordo, le impennate sono state notevoli e si aggirano attorno ad aumenti vicini alle 20 mila euro, in alcuni casi si sfonda anche questa cifra. Marco Cascio, che ricopre anche il ruolo di vicesegretario, ad esempio è balzato da 94 mila a 110 mila euro; Sebastiano Luppino è balzato da 87 mila a 108 mila; Francesco Saverio Maniscalchi da 90 a 108 mila euro; Anna Parrino ha goduto dell’aumento maggiore, passando addirittura da 83 mila a 108 mila euro di retribuzione complessiva; a stargli subito dietro l’avvocato Giovanna Mistretta che è balzata da 85 mila a 106 mila euro. Alla tirata dei conti, volendo escludere il sesto dirigente che si è avvicendato nell’ultimo triennio oltretutto senza continuità, solo per questi 5 superburocrati storici il Comune ha sborsato in più la bellezza di oltre 100 mila euro. Facendo poi un raffronto con il 2012 la retribuzione totale è aumentata, anche se non con lo stesso scarto del 2013. Insomma, ad Alcamo si parla tanto di diminuire i costi della spesa corrente, fatti per la maggior parte per l’appunto dagli stipendi del personale. Eppure è davvero dura riuscire a far scendere questa cifra. Allora il commissario straordinario del Comune Giovanni Arnone, insediatosi dal giugno scorso, si è dovuto persino inventare la riduzione dell’accensione del’illuminazione pubblica per riuscire a fare qualche risparmio. Si è dovuto anche tagliare sui servizi assistenziali ai minori a rischio, tanto che da quattro mesi l’Ipab assiste 10 e non più 34 ragazzini. Neanche la festa della patrona ha potuto essere organizzata se non con iniziative quasi del tutto no profit, così come l’estate alcamese ed il Natale. Insomma, soldi nelle casse del Comune alcamese non ce ne sono per niente tranne che per i burocrati. Al municipio, parafrasando il tormentone di un celebre spot, “toccate tutto ma non i dirigenti”.