Alcamo. Si fermano le autobotti, è scontro col Comune

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E’ scontro tra gli autotrasportatori di acqua ed il Comune di Alcamo, che hanno deciso di bloccare i rifornimenti, autorizzati al Bottino, per lungaggini burocratiche, rallentamenti nell’attività, per gli aumenti sino a quasi il 100×100 del costo per i privati e per i prelievi solo negli orari di ufficio. Una sorta di sciopero da parte di una ventina di  autotrasportatori per i gravi problemi sorti dopo la chiusura di 4 pozzi privati poiché il Comune di Alcamo non ha richiesto il rinnovo delle autorizzazioni al Genio civile: Che aveva manifestato la volontà (lettera del 18 luglio, protocollo 139636) di rilasciare i nuovi nulla osta, per come accade dal 2002. Senza la richiesta, prevista dalla legge, da parte del Comune di Alcamo il Genio civile non ha potuto rinnovare le concessioni. Il Comune di Alcamo avrà avuto le sue buone ragioni ma chiaramente non convince la dichiarazione ufficiale secondo la quale “C’è tanta disponibilità di acqua che non servono tali pozzi.”. Se al Comune lo avessero chiesto agli alcamesi, costretti a comprare acqua, probabilmente avrebbero dovuto trovare le opportune soluzioni, prima di bloccare i pozzi,  e non arrivare all’attuale emergenza dove a piangere le conseguenze sono tantissimi alcamesi con i rubinetti a secco. Una ventina di autobotti sono rimaste ferme stamane in uno spiazzale della ditta Catania. Le autobotti giravano h 24. Soprattutto nel periodo estivo quando aumenta la richiesta anche perché tantissime case di villeggiatura hanno una sola possibilità per rifornirsi: acquistare l’acqua per usi domestici. Per bere al Bottino o comprare acqua minerale. Alla base della mancata richiesta del Comune di rinnovare le autorizzazioni con lettera da inviare al Genio civile, ci potrebbero essere motivi prudenziali legati alle inchieste che investono il Servizio idrico. Va ribadito che la disponibilità del Genio civile c’è. Ma senza richiesta ufficiale da parte del Comune di Alcamo, il Genio civile non può far nulla, per come già scritto in precedenti articoli. Intanto il livello dei serbatoi del Bottino continua a scendere e da Montescuro si continua ad acquistare l’acqua a 0,69 centesimi più Iva al metro cubo dopo la dismissione delle sorgenti di Cannizzaro, che forniva circa 45 litri di acqua al secondo, ma con una conduttura che spesso richiedeva manutenzione. Per fortuna grazie alle proteste e alla minaccia di occupare la sala consiliare in extremis, e precisamente lo scorso 31 dicembre scorso, è stata impegnata la somma di 2 milioni e mezzo di euro del progetto dell’ex giunta Bonventre per la manutenzione delle sorgenti e il rifacimento della conduttura di Cannizzaro. Presso l’Urega in fase di apertura le buste, quelle pervenute sono quasi 250, per aggiudicare i lavori. Senza l’intervento di Caldarella per Cannizzaro sarebbe successo quanto accaduto per rifare l’impianto di riscaldamento al teatro “Cielo d’Alcamo” poiché entro lo scorso 31 dicembre non è stata impegnata, con delibera, la somma di 40 mila euro. Intanto infuria lo scontro sulle forniture idriche. Oggi la distribuzione avviene ogni tre giorni. Ma l’acqua non arriva o ne arriva troppo poca, soprattutto nei quartieri periferici, tanto che gli alcamesi sono costretti a comprare l’acqua, che oggi non c’è per la serrata delle autobotti. E mentre il Comune con comunicati informa cosa occorre fare per rifornirsi d’acqua dal lunedì al venerdì, evidentemente il sabato e la domenica non c’è bisogno del prezioso liquido, aumentano disagi e proteste. E’ chiaro che una soluzione va immediatamente trovata. Altrimenti col rientro dalle case di villeggiatura e l’apertura di uffici, scuole e attività varie l’emergenza è destinata ad aggravarsi.