No all’acquisizione di quote dell’Airgest: il Comune di Alcamo chiude le porte in faccia all’aeroporto, se non del tutto quasi. Il sindaco Sebastiano Bonventre, relazionando al consiglio comunale dopo un vertice avuto con i sindaci della provincia di Trapani e con la stessa società che gestisce i servizi a terra dello scalo di Trapani Birgi, è stato abbastanza chiaro rispetto al dibattito che si è aperto sulla necessità di acquistare quote dell’Airgest.
La necessità dell’acquisto delle quote è stata portata avanti dalla stessa Airgest che ha fatto presente come servano immediatamente 3 milioni di euro per trattenere nello scalo la Ryanair, la compagnia aerea low cost che ha fatto la fortuna dell’aeroporto cresciuto esponenzialmente grazie proprio ai tanti collegamenti a bassissimo costo che vengono garantiti in Italia ma soprattutto all’estero. Soldi che servono a coprire la quota che verrà meno dalla Provincia regionale di Trapani, che deteneva un pacchetto del 49 per cento della società, in via di liquidazione entro il 31 dicembre di quest’anno in base alla legge approvata dalla Regione. Ovviamente nel relazionare il primo cittadino alcamese ha precisato che la scelta definitiva sarà comunque demandata al consiglio comunale che in tal senso sarà chiamato a deliberare. Il nocciolo vero, che è stato tra l’altro fatto presente anche dal sindaco di Trapani Vito Damiano, è che i Comuni trapanesi in realtà non hanno soldi in cassa. Difficile quindi potere trovare risorse da stanziare per l’aeroporto di cui ci si dovrebbe anche fare carico dei debiti, stimati in circa 12 milioni di euro, da dovere smaltire negli anni. Una mole di soldi che gli enti locali non sono in grado di farsi carico e da qui c’è lo stop a non acquistare quote dell’Airgest, anzi si va verso la dismissione delle società partecipate. Il sindaco Bonventre ha fatto presente di essere disposto a contribuire solo in funzione delle effettive presenze che si registreranno ad Alcamo tra quelle che sbarcheranno dall’aeroporto trapanese.