Alcamo-Quella convenzione fantasma per salvare il Monte Bonifato

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Le diverse criticità presenti e quindi lo stato di abbandono del monte Bonifato sono state illustrate, nei giorni scorsi, alla commissione Ambiente dell’Assemblea regionale durante l’audizione richiesta dal Movimento5 Stelle. Criticità esposte dalla parlamentare alcamese Valentina Palmeri che ha sollecitato immediati interventi. L’amore verso il Monte Bonifato è testimoniato dai tantissimi volontari, che dopo devastanti incendi si sono prodigati per far rinascere il verde. FareAmbiente Alcamo da anni conduce una battaglia, ma le sue parole, ovvero affidare la gestione dei ceno ettari di bosco alla Forestale per come prevede la legge, continua a cadere nel vuoto. Come nel vuoto è caduta la delibera di sei mesi fa adottata dalla giunta Bonventre per fare la convenzione con la Forestale. Nel vuoto la richiesta del 16 giugno scorso dei quattro consiglieri di Sicilia democratica di inserire all’ordine del giorno di una seduta la convenzione. Nel vuoto la delibera adottata dal commissario Giovanni Arnone, che dopo tentennamenti forse per qualche manina che remava in senso contrario, si è reso conto che l’unica strada perseguibile è quella di affidare la gestione alla Forestale. Arnone , durante la conferenza stampa di venerdì scorso, ha dichiarato che lui stesso potrebbe, con i poteri della giunta, firmare la convenzione, ma per spirito democratico e collaborativo ritiene opportuno che l’argomento vada in Consiglio. Ma il Consiglio sembra sordo di fronte a questo urgente problema, ovvero la salvaguardia e tutela della Riserva “Bosco d’Alcamo”, tanto che l’argomento per l’ennesima volta non figura all’ordine del giorno della seduta di lunedì prossimo. Stando così le cose e con un consiglio comunale in tutt’altre faccende affaccendato e per non perdere ancora tempo, il commissario potrebbe tagliare la testa al toro e firmare la convenzione con la Forestale che ha le competenze per far rinascere il Bosco sul Bonifato. Ulteriori perdite di tempo in chiacchiere e dibattiti sui social network diventati una sorta di bar dello sport: le sparano grosse sapendo il minimo, non sono più giustificabili.