Alcamo-Precari utilizzati in modo irregolare al giudice di pace

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Gli otto precari assegnati dal Comune di Alcamo al giudice di Pace della città utilizzati in modo illegittimo. Questo quanto sostiene il dirigente del Settore del personale del Comune, Marco Cascio, e non solo da ora a detta dello stesso burocrate. Ora rischia di innescarsi una guerra tra gli stessi lavoratori ed il municipio, con i primi a chiedere la remunerazione dovuta per gli straordinari effettuati e che in realtà rischiano anche di creare dei veri e propri conflitti istituzionali. Quegli straordinari, infatti, secondo Cascio non si sarebbero potuti effettuare in quanto il surplus orario è stato stabilmente utilizzato. Per il Comune di Alcamo ci sarebbe quindi una ipotetica responsabilità di tipo contabile. A detta del dirigente questa responsabilità si sarebbe già consumata e quindi è tutt’altro che ipotetica: “Le ore di lavoro straordinario che questo personale richiede oggi – sottolinea il dirigente – è stato autorizzato dal giudice di pace coordinatore in violazione a quanto disposto dal contratto collettivo nazionale di lavoro del 2000. La norma in questione vieta che il personale assunto con contratto part time venga poi stabilmente utilizzato in plus orario in quanto la tariffa è molto più alta di quella ordinaria. In questo modo si eludono le norme sulle assunzioni e si rischia di incorrere in inevitabili responsabilità di tipo contabile”. Lo stesso capo del Settore Personale sostiene che sin dal 2013 ha informato di questa evenienza l’amministrazione comunale in carica e lo stesso giudice di pace coordinatore del divieto di fare ricorso a questi straordinari per il personale part-time. Allarme recepito dal commissario straordinario del Comune, Giovanni Arnone, il quale accogliendo anche il consiglio del segretario generale dell’ente Cristofaro Ricupati, ha deciso di conciliare con gli 8 precari distaccati al giudice di pace per evitare di incorrere in un processo ordinario in tribunale. Dunque i lavoratori stessi e il Comune dovranno confrontarsi faccia a faccia davanti all’ufficio provinciale del lavoro di Trapani per cercare di trovare una soluzione alla controversia. “Vogliamo porre in essere – sottolineano Ricupati ed Arnone – gli atti necessari per arrivare ad un accordo bonario all’ufficio provinciale del lavoro ed evitare di dover resistere in giudizio”. Anche perché il Comune sa già che andrebbe a soccombere in tribunale.