Alcamo: pochi soldi, pochi bagnini

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Le casse del Comune di Alcamo sono all’asciutto e allora anche quando si tratta di servizi essenziali si deve necessariamente tirare la cinghia. Succede anche per attivare il servizio di salvataggio in mare: in cassa ci sono soltanto 50 mila euro e di conseguenza la giunta municipale deve fare di necessità virtù: quindi solo 7 postazioni di bagnini per una durata di 60 giorni, il minimo previsto per legge. Così ha deciso di procedere l’esecutivo guidato dal sindaco Sebastiano Bonventre, o per meglio dire è stato quasi costretto a fare questa risicatissima manovra. Le postazioni saranno attivate nelle spiagge di Magazzinazzi, Petrolgas, Cannolicchio, Battigia, Catena, Canalotto e Aleccia. Come ha disposto la giunta rimarranno fuori alcuni tratti di spiagge libere non individuate fra quelle adibite alla balneazione ma comunque normalmente frequentate dai bagnanti. Qui saranno apposti dei cartelli ben visibili in lingua italiana, francese, inglese e tedesca dove sarà avvertito che bisogna fare attenzione perché la balneazione non è sicura per mancanza di apposito servizio salvataggio. Nello specifico ci saranno 4 bagnini a postazione suddivisi in due turni di 5 ore. Si ipotizza che si sceglierà il prossimo 10 luglio come data di inizio del servizio lungo la costa alcamese, per concludersi quindi il 10 settembre. Quindi, nelle aree non attrezzate, ragazzi e genitori dei bambini dovranno tenere gli occhi ben aperti per evitare che possa accadere qualcosa di tragico. D’altronde il Comune di Alcamo non è l’unico a dovere fare i conti con le ristrettezze dl bilancio. Per lo stesso motivo anche il Comune di Erice attiverà il servizio di salvataggio nelle spiagge solo in alcune aree costiere e soltanto per due mesi, proprio perché non dispone di risorse sufficienti in cassa. Insomma, anche i bagnanti devono fare i conti con la spending review. E i servizi a loro favore diminuiscono di anno in anno