Alcamo: festa Patrona, chiusura nella tradizione

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n enorme tappeto di persone assiepate davanti la chiesa Madre ad aspettare l’uscita della patrona. Ad Alcamo la chiusura dei festeggiamenti in onore di Maria Santissima dei Miracoli ha come sempre lasciato spazio ad un enorme colpo d’occhio. Almeno due mila i fedeli che hanno preso parte alla caratteristica processione con un serpentone lungo oltre un chilometro. Poco dopo le 19 si affaccia sull’uscio di chiesa il simulacro salutato dalle campane a festa

La Madonna come sempre è preceduta dalle numerose teche contenenti gli ex voto in argento e oro, realizzate dai fedeli per una grazia ricevuta. Tanti coloro i quali assistono affacciati dai balconi delle proprie case, e c’è anche chi armato di macchina fotografica si diletta ad immortalare la statua della patrona. Momenti intensi intrisi da un mix di tradizione, fede e folclore. Il simulacro è addobbato da preziosi scintillanti, con Maria che tiene in braccio Gesù e che stringe in una mano le chiavi della città, a simboleggiare che Alcamo si affida alla sua patrona.

Folta la presenza anche dei disabili: per loro il Comune, in collaborazione con la croce Rossa, ha riservato un servizio speciale di trasporto. In pratica sono stati accompagnati lungo il percorso per vedere la processione e riportati a casa, rigorosamente sotto gli attenti occhi delle crocerossine.

Maria Santissima dei Miracoli è fortemente ancorata alla tradizione. Una leggenda che parte nella metà del 1500: si narra che alcune donne che lavavano i panni presso un ruscello, furono ripetutamente colpite da una raffica di sassi. Esse si stupirono del fatto di non provare dolore nelle parti urtate ma, al contrario, beneficio. Quando gli uomini andarono a cercare l’artefice di un simile scherzo non trovarono altro che un’icona della Vergine nascosta tra le macerie di una piccola cappella. Nei giorni seguenti, si susseguirono diversi miracoli. Da allora, ad Alcamo si venera la Madonna dei Miracoli. Una venerazione profonda che ancora oggi è più che palpabile. Lo si legge nei volti dei fedeli che precedono in processione il simulacro, ordinatamente disposti su due file, quasi a creare un cordone di protezione alla loro patrona. Tradizione e fede che si sono rinnovati anche quest’anno e che hanno rimarcato la devozione di un’intera città