Alcamo. Piccolo teatro “Palace Hotel”, regista e attori sugli allori

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C’è un filo, lungo 40 anni, che lega l’attività artistica del Piccolo teatro di Alcamo. Questo filo traccia un percorso di crescita, dimostrato dall’ultimo successo riscosso con la commedia “Palace Hotel”, rappresentata per tre sere al teatro Cielo. Questo filo vibra come le corde di un violino in un crescendo che strappa consensi di critica e pubblico. Un crescendo sempre più complesso che si trasforma in un tourbillon di gag e di risate. Ricordate, per andare in tempi recenti “Tutti sul letto ovale” dove i protagonisti recitavano a velocità da Formula 1 ? Con “Palace Hotel” il copione si è ripetuto e ciò dimostra l’ottimo lavoro svolto dall’infaticabile regista e direttore artistico che è Franco Regina, che può contare su una  equipe che, ogni volta che calca il palcoscenico, fa registrare la sua crescita. Bella sorpresa. Cosa succede se in un Hotel si incrociano tante storie in cui l’unico obiettivo dei personaggi è quello di una scappatella extraconiugale per  provare qualcosa di diverso dalla routine del talamo nuziale o consumare una vendetta nei confronti di un marito distratto? Questo tanto è altro è stata la commedia “Palace Hotel”. Lo snodarsi della trama, il movimento delle scenografie la dicono lunga di quanto è stato impegnativo portare sul palcoscenico la farsa comica ispirata a “Se devi dire una bugia dilla grossa” si intitola “Palace Hotel”. Quell’aprirsi e sbattere velocissimo di porte. Gli attori che entravano ed uscivano con piglio sicuro. Insomma tutto è girato alla perfezione e alla velocità di una Formula 1, con uno spettacolo degno di calcare palcoscenici extra comunali. Quest’opera merita di essere vista nelle grandi città, ma le difficoltà per portarla altrove sono forse difficili da superare per il Piccolo di Alcamo. Ma prima di parlare dei protagonisti va sottolineata la capacità di avere saputo predisporre una scenografia che non ha niente da invidiare a quelle dei teatri delle città dove recitano attori famosi. Quel meccanismo “girevole” ha consentito di cambiare scena in pochi attimi. Ma se Franco Regina è il “deus ex machina” che  ha saputo far muovere le pedine del vorticoso puzzle, va subito evidenziato il ruolo degli attori.  La prima donna regina della scena è stata Irene Filippi, spigliata, sicura, con le metamorfosi del volto sempre appropriate a seconda dello stato d’animo che doveva interpretare in quel momento. Bravi Giuseppe Lipari e Carlo Suppa, i due attori protagonisti: hanno recitato  senza tentennamenti ma  con professionalità. Una sorpresa il trapanese Vincenzo Li Cavoli, direttore dell’ Hotel. L’ennesima conferma per Chiara Calandrino ben calata nel ruolo di fustigatrice di costumi: ricorda la senatrice Merlin,  che fece chiudere  le “case chiuse”. Originale quell’ improbabile cameriere cinese interpretato da Antonio Sanclimenti. Un plauso va fatto a tutta la squadra scesa in campo. Parliamo di Giusi Risico, Mimmo Mondo, Vincenzo Li Cavoli, Alessia Orlando e Giovanna Stellino i protagonisti di una commedia tutta da gustare.  Una menzione doverosa va fatta a tecnici e personale che contribuiscono in maniera rilevante al varo della commedia. Audio: Vincenzo Raneri,  Ignazio Grimaudo: scenografia, Mimmo Mondo: effetti sonori, Elisa Melia: costumi, Anna Grillo: trucco, Leo Suppa: luci, Giuseppina Grillo: trucco, Enza Bonì:  trucco.