Riqualificazione, mantenimento della destinazione urbanistica anche se a indici edificatori più bassi, mitigazione degli impatti del mattone selvaggio e valorizzazione del “bastione” di piazza Bagolino. Queste le linee-guida dettate dagli uffici dell’Urbanistica e dall’amministrazione comunale di Alcamo che compongono le osservazioni presentate alla Regione riguardo ai vincoli del nuovo piano paesaggistico. “E’ volontà di questa amministrazione comunale – si legge nel testo delle osservazioni – portare avanti la pianificazione territoriale e quindi la revisione del piano regolatore generale dotando quest’ente, contestualmente, di tutti gli strumenti di dettaglio tra i quali i piani di recupero di Alcamo Marina e i piani di recupero ‘ambientale’, anche e soprattutto, in considerazione dell’eccessiva antropizzazione e cementificazione che il suolo del territorio comunale ha subito dagli anni ’60 in poi”. Allo stato attuale, con l’ultimo Piano varato dalla Regione, sono presenti pesanti vincoli imposti dalle “prescrizioni di tutela”. Ad essere interessata quella fascia di territorio in cui la Regione ha dettato l’impossibilità a edificare o modificare l’assetto del territorio, vale a dire la zona a Nord dell’autostrada, in via residuale la fascia “pedemontana”, in parte anche la statale 113 che collega Alcamo a Partinico e a macchia di leopardo altre varie zone della città. Qui oltretutto le concessioni edilizie, anche quelle in itinere, sono di fatto congelate. C’è poi sempre su Alcamo un problema di eccessivo livello di tutela nelle zone ‘C5’. Le osservazioni mirano a far rivedere tutti questi vincoli, a partire ad esempio dalla fascia a nord della A-29 (nella foto) mentre quella a sud rimane totalmente scoperta da ogni tutela. Per il Comune la ricognizione non risulta essere stata “puntuale”: “I valori paesaggistici – si legge nelle osservazioni – sono riscontrabili sia a nord che a sud dell’autostrada e pertanto non si capisce per quale ragione o riferimento normativo vengono considerati esclusivamente, o quasi, quelli a nord del tracciato e non quelli a sud”. Paradossalmente manca invece del tutto un vincolo sulla bastionata di Piazza Bagolino da cui si sviluppa il “Parco sub-urbano” che invece per l’amministrazione comunale “andrebbe anch’esso primariamente tutelato”. Attenzione puntata anche sulla parte del Piano che obbliga il Comune a trasformare le aree ‘C5’ in aree ‘E’: “Sarebbe un grave errore” è l’altra osservazione avanzata dal Comune. Con tale vincolo non si potrà consentire l’estensione della rete idrica, fognaria, dell’illuminazione pubblica delle vie principali e di altri servizi a rete. Da qui la proposta del Comune alla Regione di fare una ricognizione e una riperimetrazione di questi vincoli che permettano la possibilità di recuperare il patrimonio edilizio esistente e di completare le aree mantenendo la destinazione urbanistica già oggi assegnata, “anche con indici eventualmente ed ulteriormente ridotti ma comunque diversa dalla zona agricola”. Infine il Comune chiede alla Regione di “includere la possibilità di ristrutturazione e riqualificazione urbanistica attraverso i piani di recupero di iniziativa pubblica o privata che possano riguardare anche singoli isolati o edifici, con l’obiettivo di mitigare l’impatto del preesistente edificato”. Quest’ultimo passaggio lo si ipotizza soprattutto su Alcamo marina, area già fortemente urbanizzata e penalizzata da colate di cemento selvaggio nei decenni trascorsi.