Alcamo-Pedemontana, ok alle linee guida: concessioni verso lo sblocco

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Vanno verso lo sblocco la maggior parte delle concessioni edilizie sulla fascia pedemontana di Alcamo. Con la presa d’atto di ieri sera del consiglio comunale, 14 favorevoli e una sola astensione, si formalizzano in buona sostanza gli orientamenti a cui dovranno attenersi adesso gli uffici per esaminare le pratiche. Sono in tutto una cinquantina quelle rimaste congelate, negli ultimi 5 anni, in questa zona di territorio alcamese che abbraccia diverse tipologie di categorie contemplate nel piano regolatore generale. Con le linee guida si adottano una serie di prescrizioni e sostanzialmente non dovrebbero trovare ostacolo tutte le concessioni richieste ad eccezione delle zone ad espansione ‘C2’ e ‘C3’. Per queste due aree si dovrà analizzare caso per caso e verificare se esiste nell’isolato la volumetria necessaria per poter concedere l’autorizzazione all’edificazione. Il documento delle linee guida è stato arricchito da ulteriori specifiche introdotte dal dirigente dell’Urbanistica Venerando Russo che a pochi mesi dal suo insediamento si è trovato ad affrontare subito questa patata bollente. Da considerare che su questa faccenda rischia grosso il Comune di Alcamo con paventate richieste di danni per decine di migliaia di euro. A minacciarle sono stati nel tempo alcuni titolari di terreni proprio in questa fascia pedemontana, territorio alle falde di Monte Bonifato. Hanno scritto al municipio sostenendo di essere danneggiati dall’attuale fase di stallo della vicenda delle concessioni edilizie ferme a seguito di un ricorso al Tar e all’avvio di un processo per alcuni tecnici privati. Al Settore urbanistica sono giunte delle missive in cui si chiede che il Comune si esprima sulla richiesta di concessione edilizia, quindi dia il suo assenso oppure il diniego a costruire. Al momento la situazione è alquanto imbarazzante: in pratica questi terreni sono stati acquistati come edificabili, tanto che il Comune ha rilasciato regolari concessioni edilizie. Poi però vi fu un’indagine in cui sarebbe emerso che questa fetta di territorio non era edificabile, e gli stessi funzionari del Comune che prima avevano rilasciato le concessioni hanno successivamente dato il loro diniego. In tal senso pende una sentenza del Tar che ha definito errate le interpretazioni date dagli uffici Tecnici del Comune che per oltre un decennio proprio sulla fascia pedemontana hanno dato le concessioni edilizie.